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ARTE: PISA APRE LE PORTE ALL'OPERA DI KANDINSKY

Dopo le mostre dedicate a Chagall, a Mirò e a Picasso che hanno portato a Pisa oltre 250.000 visitatori in tre anni, BLU – Palazzo d’arte e cultura apre le porte all’opera di Wassily Kandinsky.

La rassegna, aperta dallo scorso 13 ottobre, presenta un Kandinsky inedito per l’Italia, attraverso cinquanta opere, appartenenti al periodo russo del padre dell’astrattismo, tra il 1901 e il 1921, anno in cui fu costretto ad abbandonare per sempre la Russia Sovietica, che lui stesso aveva sostenuto nei primi anni della rivoluzione, per accettare l’incarico offertogli da Walter Gropius di dividere con Paul Klee l’insegnamento al Bauhaus.

I capolavori di Kandinsky, provenienti dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da altre importanti istituzioni pubbliche russe (come il Primorskaya State Picture Gallery di Vladivostok, il Museum Complex of Tiumen Region di Tiumen, il Vrubel Region Museum of Fine Arts di Omsk, il Surikov Art Museum di Krasnoyarsk, lo State Art Museum di Nizhny Novgorod, lo State Museum of Fine Arts of the Tatarstan Republic, Kazan), oltre che dallo Schönberg Center, dal Centre Pompidou di Parigi e da collezioni private, ricostruiscono la storia e le origini della sua arte e sono messi a confronto con i dipinti di altri membri dell’avanguardia tedesca e russa di inizio Novecento (Gabriele Munter, Alexej Jawlensky, Marianne Werefkin e Arnold Schönberg) e con manufatti dell’arte popolare russa.

I suoi studi di legge avevano portato l’artista ad analizzare in particolare i fondamenti del diritto nelle zone di campagna della Russia, presso le lontane popolazioni della Vologda, in Siberia. In modo imprevedibile, da tale viaggio riportò soprattutto l’impressione suscitata in lui dalla ricchezza decorativa delle izbe contadine (le tipiche case rurali costruite con tronchi d'albero) che, con i loro colori accesi, gli diedero, come lui stesso ebbe modo di dire, la sensazione di vivere dentro a un quadro.

Le esperienze del giovane Kandinsky si inserivano in una corrente di pensiero sviluppatasi in Russia per tutto l’Ottocento, sorta in seguito alle ripercussioni scaturite dopo l’invasione napoleonica e la conseguente distruzione di Mosca. Tale corrente era volta a ricercare nella cultura primitiva e folclorica del mondo contadino, le radici di un’originaria e intatta civiltà russa. Di questo universo favoloso ed esoterico, contrapposto al razionalismo dell’occidente europeo, facevano parte le favole e le canzoni popolari trasmesse oralmente fin dal Medioevo e riprese poi in letteratura da Pushkin e Dostoevskji e in musica da Rimsky Korsakov, prima, e poi dagli altri compositori russi di inizio Novecento, da Mussorsgky a Skriabin a Stravinsky.

Quando Kandinsky, alla fine del XIX secolo, si consacrò definitivamente all’arte, porterà con sé quell’esperienza di scienziato e di sperimentatore della multiformità delle diverse arti che lo indurranno a costruire una nuova teoria della pittura, a sperimentarsi in quella ricerca dello ‘Spirituale nell’arte’ che faranno di lui il massimo teorico del Novecento e l’inventore dell’astrazione.

Il percorso espositivo a Palazzo Blu è aperto da un’affascinante e sorprendente sezione dedicata alle radici visive e concettuali dell’opera del maestro russo con rari oggetti appartenenti alla tradizione dello sciamanesimo raccolti negli stessi anni in cui Kandinsky li appuntava sui suoi taccuini, e da coloratissimi oggetti della tradizione folclorica russa, guida il visitatore dai suoi primi dipinti nati in atmosfera simbolista, alle opere del periodo di Murnau (affiancate da selezionati quadri di Gabriele Munter, Alexej Jawlensky, Marianne Werefkin e Arnold Schönberg), fino alle grandi tele dei pochi anni in cui Kandinsky divenne il punto di unione fra le avanguardie occidentali, raccolte intorno a Der Blaue Reiter, e i maggiori protagonisti dell’avanguardia russa - da Michail Larionov alla Goncharova – per arrivare ai capolavori del periodo finale della sua permanenza in Russia, impegnato nella costruzione di un sistema vasto di musei, ma violentemente avversato dai sostenitori delle avanguardie più radicali, in particolare dai costruttivisti.

La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 3 febbraio 2013, è ideata e curata da Eugenia Petrova, direttrice aggiunta del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo in collaborazione con Claudia Beltramo Ceppi, promossa dalla Fondazione Palazzo Blu, col patrocinio del Comune di Pisa e dell’Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italiana. (Catalogo GAmm Giunti)

 

 

Wassily Kandinsky – Dalla Russia all’Europa

fino al 3 febbraio 2013

 

Palazzo Blu

Lungarno Gambacorti 9 – Pisa

 

Info

www.mostrakandinsky.it

 

 

 

(Gennaio 2013)