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L'INTERVISTA - Giovanni Nuti: "La magia di scrivere con Alda Merini"
di Elisabetta Di Dio Russo

Il 21 marzo 1931 nasceva Alda Merini, la “Signora dei Navigli”, che con la grazia, la passione e la tenacia dei suoi versi ha rivoluzionato il modo classico di scrivere poesie. Giovanni Nuti per diversi anni ha musicato i suoi versi: sono nate delle canzoni delicate e struggenti, intense, ma con la fragilità dei sentimenti, racchiusi nel cuore di una bambina dalla grande voglia di vivere e la forza di quelli più maturi, intrappolati nel cuore di chi ha conosciuto la sofferenza.

Giovanni Nuti, il 20 marzo, renderà omaggio alla poetessa scomparsa con un grande concerto al Teatro San Babila di Milano. Una festa tra amici che hanno amato Alda e la sua poesia.

Come diceva il poeta libanese  Khalil Gibran “Il ricordo è un modo di incontrarsi”. Ricordare tutti insieme Alda Merini, attraverso le sue poesie musicate ed interpretate dal carismatico Giovanni Nuti, sarà un bellissimo modo per incontrarla di nuovo e farla rivivere nei cuori di chi l’ha amata.

In questa intervista Giovanni Nuti ci accompagna nel mondo segreto di Alda Merini e racconta come sono nate alcune delle sue canzoni dal fascino indimenticabile.

 

Il 20 marzo lei sarà al Teatro San Babila di Milano con uno spettacolo dedicato ad Alda Merini. Un delicato omaggio per salutare  la “Signora dei Navigli”, che si ripete ogni anno dalla sua scomparsa?

Sì, si ripete ogni anno da quando è mancata Alda Merini. Ho promesso che avrei festeggiato il suo compleanno (21 marzo) con un concerto a Milano: Il primo anno, dalla sua scomparsa, ho ricordato Alda con un concerto al Teatro Dal Verme con la partecipazione di Valentina Cortese, lo scorso anno sono stato al Teatro Carcano insieme a Lucia Bosè e quest’anno sarò al Teatro San Babila. Per me è sempre una grande gioia poter festeggiare il compleanno di Alda Merini cantando le nostra canzoni. Ho deciso di festeggiare ogni anno il suo compleanno con un concerto perchè lei diceva che in Italia quando muore qualcuno viene subito dimenticato. Ma penso che per Alda Merini questo non stia succedendo. Vorrei che il 20 marzo non fosse solo la festa di Alda Merini ma anche la festa di tutte le persone che l’hanno amata.

Lei e Alda Merini avete collaborato insieme per tantissimi anni realizzando delle magnifiche canzoni che rimarranno per sempre nel cuore di chi le ha potute ascoltare ed apprezzare.  Che ricordo ha di lei?

Ma, di ricordi, in sedici anni di collaborazioni e frequentazioni quasi giornaliere ne ho tantissimi! Ogni volta che mi trovo a dover affrontare qualche problema importante e sono un po’ giù di morale penso a lei, quando mi diceva “Quando c’è un problema facciamoci sopra una bella risata!”, anche se era più facile che lei lo dicesse a me per rassicurarmi ma sicuramente era più difficile che lei mettesse in pratica questa affermazione per se stessa.

Però Alda Merini riusciva a rendere i problemi, anche quelli più importanti, più leggeri e a sdrammatizzare anche le situazioni più gravi.

Lei diceva: “Io nella mia vita non mi sono fatta mancare nulla: ho avuto una vita piena di gioia e piena di dolore. Ho masticato, divorato il dolore perchè è stato l’unico modo che mi ha permesso di superarlo. Quindi, affrontare il dolore e accettarlo è l’unica maniera per annientarlo. Perchè quando lo si vuole evitare, alla fine, ci sono più problemi di prima”.

Sono moltissime le canzoni che avete scritto insieme. C’è una canzone a cui lei è legato in modo particolare?

Le canzoni scritte con Alda Merini sono più o meno tutte poesie che lei mi ha dettato al telefono. Una si intitolava “Il mio amore ha quattro gatti”, (avevo quattro gatti quando era in vita Alda, ora ne ho cinque) e lei mi dettò il testo di questa canzone al telefono perchè diceva che io avevo più interesse per i miei gatti che per lei. Era un modo per “giocare”. Ma c’è una canzone che amo in modo particolare, “Il violinista piange”, per il modo strano in cui è nata. Un giorno, mentre stavo andando in sala di incisione ed ero già pronto per uscire (i musicisti erano passati a prendermi e mi aspettavano sotto casa), mi arrivò una sua  telefonata. “Scrivi” mi disse. Ed io  che avevo già indossato il cappotto, mi misi a scrivere questa bellissima poesia sotto dettatura. Mentre scrivevo sentivo una melodia dentro di me. Subito dopo mi misi al pianoforte e come per magia è nata la musica per “Il musicista piange”. Nell’arco di appena dieci minuti la canzone era pronta. Sono sceso dai musicisti con la canzone, siamo andati in sala di incisione e l’abbiamo registrata. Io e Alda Merini non abbiamo mai impiegato molto tempo per scrivere le canzoni, però quella volta abbiamo superato tutti i record!

Un racconto che fa venire i brividi!

Succedeva sempre così: Alda mi dettava le poesie al telefono e mentre me le dattava io automaticamente sentivo la musica. Non so dire perchè succedeva, ancora oggi è un mistero anche per me. Non è facile mettere in musica i testi di Alda Merini, eppure per me è sempre stato facilissimo. E la stessa cosa succede ora (sto musicando alcuni  suoi testi  per il nuovo album), anche se lei non c’è più.

E’ un meccanismo incomprensibile:nel momento in cui leggo i suoi versi, automaticamente scatta la musica.

Come ha scoperto la poesia di Alda Merini?

Ho la passione per la poesia da quando avevo dieci anni e musicavo i testi di Giovanni Pascoli. Poi ho iniziato a musicare i testi di Garcia Lorca fino a quando, nel 1993, sono capitato per caso in una libreria e ho trovato un libro che si è aperto quasi da solo nella pagina dove c’era una poesia di Alda Merini, “I sandali”. Sono rimasto folgorato! Sono corso a casa,  l’ho musicata e poi ho scritto una lettera ad Alda Merini. Ci fu un incontro all’Hotel Certosa, che ora non c’è più, dove lei era andata per rilassarsi. Era un hotel che distava 500 metri da casa sua e, questo particolare, mi sembrava straordinario. Quando l’ho conosciuta  ci siamo guardati negli occhi e ho capito immediatamente che mi trovavo di fronte ad una persona veramente rara. E da lì è nato tutto.

Lei chiamava questa collaborazione “il nostro matrimonio artistico”.  Diceva “sono cose che sono destinate. E’ inutile che la gente vuole cercare di capire. Non c’è niente da capire: se una cosa è destinata succede”.  E quando le chiedevano “Perchè Giovanni Nuti?” Lei rispondeva “Perchè il destino ha voluto così”.

L’8 marzo sarà la festa della donna. C’è una canzone meravigliosa, “Il regno delle donne”, che voi avete dedicato al mondo femminile.

“Il regno delle donne” è una canzone che abbiamo dedicato alla Fondazione ”Doppia Difesa”, di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno. E’ un brano pieno di speranza, la stessa speranza che ha accompagnato Alda Merini nel corso della sua vita. La sua è stata una vita travagliata ma lei sapeva che ce l’avrebbe fatta e diceva che questa speranza era l’ingrediente che ti permette di risolvere i problemi.

Lo scorso anno lei ha fatto una tournée in  Spagna. Come è andata?

Ho fatto alcune date in Spagna ed  è andata molto bene. Ho inciso un disco che deve ancora uscire con le poesie di Alda Merini tradotte da Lucia Bosè in lingua spagnola che si prestano veramente bene a questa lingua perchè sono molto passionali ed è come se la passione dei versi della Merini, con questa traduzione, venisse addirittura esaltata.

Il mio obbiettivo è quello di far conoscere la poesia di Alda Merini anche all’estero.

Secondo lei c’è poca attenzione per la poesia?

Purtroppo in questa epoca non c’è molta attenzione per la cultura. Anche se ci sono tante persone che sono sintonizzate sul canale cultura. E questo è molto importante perchè la poesia, anche la poesia in musica, ci lascia sempre qualcosa e fa molto bene allo spirito. Questa è l’epoca del mordi e fuggi. Forse come diceva Alda Merini bisogna "toccare il fondo per poi rinascere" e questo fondo probabilmente lo stiamo già toccando.

Non si può non dar spazio alla cultura. Quando vedo che nelle librerie alla poesia viene dedicato un piccolo angolo capisco quanto sia tragica la situazione.

Il passaggio di Alda Merini nella sua vita cosa le ha lasciato?

Mi ha cambiato tutto, ha cambiato anche la mia percezione della musica. Il suo passaggio nella mia vita mi ha fatto comprendere cose che io non avevo mai capito, o meglio, potrei dire di avere fatto un viaggio di sedici anni ma che corrisponde a due o tre vite vissute. Ho fatto un viaggio dell’anima con lei che vale più di mille dischi d’oro o di platino.

Penso che la sua poesia sia nata insieme a lei. Il carisma di Alda Merini era immenso: aveva la capacità di passare da un argomento di grande emozione alla risata più fragorosa. Con lei non ci si poteva distrarre, era tutto magnifico.

Con lei tutto era magia. (foto di Leonardo Vecchiarelli, Lorenzo Gelmini e Lorenzo Passoni)

 

 

www.giovanninuti.com

 

 

 

 

(Marzo 2012)