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DISCHI - Gli Yo Yo Mundi festeggiano la primavera con un nuovo album

“Sto ascoltando dal mio Monferrato (l’unico per noi astigiani) detto “basso” (ma sono questioni che riguardano il corso del fiume) questo magnifico disco degli Yo Yo Mundi dedicato a queste terre (loro e mie). Sto apprezzando la tristezza colorata che hanno queste canzoni in cui il frequente uso del tono minore (questione che riguarda l’armonia) non crea tristezza e abbandono, ma danza continua di luce e ombra. Come danzava ai bei tempi il Monferrato, pieno di storie e tipi di ogni genere, piemontese, lombardo e ligure, cosmopolita e ricco di grano e rugiada, opulento come una bella polenta, con strade piene di miraggi e incantesimi. Su questi antichi sobbalzi in due quarti e tre quarti, gli Yo Yo hanno lavorato con eccellenti orchestrazioni che infiammano e corteggiano la scatola magica, la fisarmonica, torre di Babe e regina di Saba.” (Paolo Conte)

 

Queste splendide parole scritte da Paolo Conte fanno da introduzione al nuovissimo album degli Yo Yo Mundi “Munfrâ” (Felmay e distribuito da Egea), uscito lo scorso 21 marzo.

Un graditissimo regalo di primavera quello del gruppo che non ha bisogno di presentazioni: quando si pensa agli amici Yo Yo non viene in mente solo la buona musica creata con intelligenza ed entusiasmo ma è inevitabile associare la band ad una cascata di autentica energia.

Assistere ad un loro concerto è un’esperienza indimenticabile che, ogni amante della musica, dovrebbe fare di tanto in tanto per riconciliarsi con quell’universo musicale fatto di tanti artisti alcuni dei quali si sono trasformati in “venditori di musica”, modificando una straordinaria espressione d’arte in un prodotto commerciale.

Bravi sono bravi: ma il successo degli YoYo Mundi passa anche dalla loro autenticità e dalla passione che mettono in ogni nota di ogni loro concerto o di ogni loro album.

Energia, autenticità, talento, attenzione per il sociale sono gli ingredienti essenziali e fortunatamente mai cambiati di una band che ha saputo difendersi dall’ambiente, tal volta malato, della discografia con la voglia infinita di trattare la musica e il pubblico con grande rispetto.

“Munfrâ” è il risultato di un lavoro di ricerca e composizione durato quattro anni. In occasione del loro decimo album ufficiale, gli  Yo Yo Mundi si regalano un viaggio di esplorazione tra le (loro) terre di Monferrato. Un disco di musica “popolare” sospesa tra la musica “selvatica” della band acquese (definizione coniata da Paolo Conte) e un ventaglio di piccoli racconti scovati tra gli accadimenti della storia. In ben sei brani il gruppo di Acqui Terme affronta il canto in dialetto, una lingua imbastardita dal vento, antica eppure ancora così acerba, che a sua volta diventa suono.

È un canto ingentilito e reso meno aspro per scelta, un canto e una musica che non devono avere un tempo, ma che dal tempo sono segnati. Il risultato di questa ricerca a ritroso, tra le radici di un luogo come il Monferrato, diventa il germoglio di qualcosa di inedito e nuovo, qualcosa che prima non c’era, almeno non in questa forma, non con queste sfumature. “Siete riusciti in alcuni momenti a toccare l’antico che è come toccare il futuro”, scrive Paolo Conte (in una lettera al gruppo), arrivando a descrivere, con un colpo di pennello, quello che era il sogno da realizzare, quando nacque l’idea di “Munfrâ”.

Sono tanti gli artisti che hanno offerto un contributo di unicità ed eccellenza, portando con sé una sarabanda di strumenti, eccoli tutti: Hevia, Eugenio Finardi, Steve Wickham, Banda Osiris, Sergio Berardo (Lou Dalfin), Nabil Salameh e Michele Lobaccaro (Radiodervish), Mario Arcari, Betti Zambruno, Filippo Gambetta, Vincenzo Zitello, Fabio Rinaudo e Daniele Caronna (Birkin Tree), Maurizio Camardi, Claudio Fossati, Franco Minelli (Orchestra Bailam), Elisabetta Gagliardi, Andrea Masotti e Stefano Valla, Alex Leonte, Gianluca Dessì, Diego Pangolino, Dario pg Milan, Silvio Barisone, Luca Olivieri, Alessandro Pipino, Gino Capogna, Bandarotta Fraudolenta e Bertino Astori.

A corredo del cd, che si avvale ancora una volta della grafica di Ivano A. Antonazzo, anche un libretto di venti pagine, che raccoglie tutti i testi (nel caso di quelli in dialetto anche la relativa traduzione), diverse note e curiosità in inglese e, alcuni casi, in italiano.

“Munfrâ” è un album dove alla canzone d'autore e al folk si fondono i suoni del mondo e le atmosfere ritrovate del “tempo del sogno”, preludio di un prossimo "live" molto colorato e travolgente e di una nuova dimensione artistica tanto inedita, quanto “selvatica”, del gruppo musicale monferrino.

Questo progetto dedicato al Monferrato è stato realizzato con il contributo e il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria. (Foto di Ivano A. Antonazzo)

 

 

Tracklist:

Munfrà - Sstéila - Il grande libro dell'ombra - Dùma ch'andùma - Carvé 1928" - Na bèla còrba ed nìule – Arcanssél - Léngua ed ssu - Sstéila Féssta - Tè chi t'éi - Trapulìn - Rataràura - Rabdomantiko - Léngua ed ssu: el bal - La ballata del tempo del sogno - Orsanti

 

 

www.yoyomundi.it

 

 

 

 

(Aprile 2011)