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L'INTERVISTA - Alberto Patrucco: "Siamo noi i veri molestatori della nostra società"
di Elisabetta Di Dio Russo

Nuova ed intensa stagione di spettacoli per Alberto Patrucco che ha debuttato a fine 2012 con il nuovo spettacolo "Molestia a parte" ed è reduce di una serie di serate al Teatro Nazionale di Milano con "A me mi",  in cui ha coinvolto alcuni tra i migliori artisti italiani come Alberto Fortis, Ale & Franz, Enzo Iacchetti, Giangilberto Monti.

E' sempre gradevole fare due chiacchiere con l'artista lombardo che, in questa intervista, racconta il suo spettacolo "Molestia a parte" scritto insieme all'inseparabile Antonio Voceri.  Lo spettacolo volge lo sguardo sulla comicità italiana che, a suo parere, dovrebbe spostare bersaglio dalla famosa "casta" alla gente comune.

 

 

Il suo ultimo spettacolo che ha debuttato alla fine del 2012 al Teatro della Cooperativa di Milano si intitola "Molestia a parte". Perchè questo titolo?

Nello spettacolo vince il tratto satirico: le cose vengono dette però senza offesa - Molestia a parte -  ma con il gusto di ribaltare un po' il periodo che stiamo vivendo, i toni e di graffiare satiricamente con il solo fine di generare risate liberatorie.

 

Qual è il tema centrale di "Molestia a parte"?

Penso che il vero tema di "Molestia a parte" sia il tema della direzione. Infatti lo spettacolo si apre con una citazione dotta, "...che la diritta via era smarrita..." e io chioso dicendo: "forse il vecchio Dante peccava di ottimismo perchè più che smarrita, la retta via, non l'abbiamo mai imbroccata!" Come possiamo pensare di uscire dalla crisi se ci perdiamo in un parcheggio, per esempio? Oggi si tende a confondere, a fare massa. Io invece sono convinto che bisognerebbe tornare a pensare come singoli individui. Probabilmente oggi siamo proprio noi quelli che sbagliano direzione, siamo noi i veri molestatori di questo periodo. Sono sbagliate le nostre direzioni dal punto di vista degli ideali e dal punto di vista dei sogni. Cerchiamo la vita su Marte, quando in realtà ci sta sulle balle anche il vicino di casa! Il tono satirico nello spettacolo non è più diretto sulla "casta" ma l'ho spostato sul popolo, su di noi. Non mi interessa più avere come bersagli i soliti noti perchè credo che la colpa sia un po' nostra se le cose vanno male. "Molestia a parte" è uno spettacolo comico, fatto con il mio stile, dove i temi non sono banali. Nello spettacolo c'è una struttura più teatrale rispetto al solito, c'è un filo rosso che lega i vari argomenti e poi c'è il tessuto con la musica e le canzoni di Brassens che ho tradotto. E' uno spettacolo che ha un inizio, uno sviluppo e una conclusione.

 

Nello spettacolo lei se la prende anche con il modo di far satira degli ultimi anni. Cosa non le piace?

Non me la prendo con nessuno però mi sono un po' stancato della battutina sul politico di turno (i vari Berlusconi, Bersani, ecc.) che poi è anche una concorrenza sleale nei confronti dei politici e penso che, aggiungere il comico a ciò che già di suo è comico (per non dire tragico), si rasenta l'inutile. E' banale dirlo ma oggi i politici hanno veramente spiazzato il comico: loro vanno oltre la comicità. Ormai basta citare il nome di un politico e la gente comincia a ridere, e senza che venga aggiunto nulla. E allora il comico comincia a chiedersi "ma io cosa sto qui a fare"? E' frustrante questa cosa! E poi non mi piacciono le imitazioni dei politici: già mi danno fastidio gli originali se mi popongono anche il clone del politico non si finisce più! A me piace condividere con il pubblico un percorso per arrivare alla risata. Sono convinto che il bersaglio satirico vada spostato. Però è un mio punto di vista.

 

Il pubblico come ha accolto il suo nuovo spettacolo?

Direi bene: la gente ha notato il cambio della traiettoria satirica, gli argomenti non banali e non stra-frequentati e ha apprezzato. Ho ricevuto critiche positive, alcune addirittura entusiastiche e tutto questo mi fa ben sperare.

 

 

Chi è il vero molestatore nella nostra società, nella nostra quotidianità?

Credo che siamo proprio noi stessi che talvolta ci facciamo una sorta di auto-stalking. Sono convinto che spesso ci molestiamo volentieri. Non ho la soluzione in tasca da suggerire per cambiare lo stato delle cose, ma vedo che la nostra soglia del dolore si è alzata tantissimo: si prova dolore molto più tardi dal punto di vista politico, per esempio e vedo che ci siamo regalati un ventennio piuttosto impegnativo dal punto di vista della vivacità "neuronale", per non dire altro. Più farsi male di così! Non c'è nemmeno il tentativo di migliorarsi in tutte le cose. Ecco perchè ho spostato il bersaglio satirico dalla "casta" alla "massa", proprio perchè sono convinto che i veri molestatori siamo noi. E osservo che si fa fatica a cambiare: si continua ad ascoltare robaccia, a vedere robaccia in tv , si continua a votare robaccia.

Insomma quanto a farci del male non ci facciamo mancare niente! (foto di Emiliano Boga)

 

 

www.albertopatrucco.it

 

 

 

(Aprile 2013)