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L'INTERVISTA - Livio Caiulo: "Bisogna rivalutare e promuovere il made in Italy"
di Elisabetta Di Dio Russo

C’era una volta una piccola oasi, incontaminata “L’oasi dei nannufari” (come quella descritta in una splendida canzone di Luca Bonaffini) dove abitavano gli artisti veri, quelli che non inseguono il successo e il denaro a tutti i costi perchè pensano che la ricchezza più grande sia nella creatività, nella fantasia e nell’ingegno. Lo scultore Livio Caiulo, in questa oasi nascosta, ci abita ancora ed è forse uno degli ultimi inguaribili “romantici” che crede ancora nell’arte e negli artisti. Nell’ambito di FuoriSalone, manifestazione che si è svolta in aprile a Milano, Livio Caiulo ha promosso due eventi culturali.

In questa intervista, lo scultore triestino parla dell’arte e di quel made in Italy poco promosso e salvaguardato dalle istituzioni che potrebbe risollevare l’Italia, in un momento così drammatico di crisi economica, e  racconta qualche frammento della sua vita di artista.

 

 

Lei ha deciso di creare due eventi per due artisti. Perchè questa idea?

Perchè sono stato inserito nel percorso di FuoriSalone che racchiude oltre 400 eventi sparsi per Milano, manifestazione parallela a quella che si svolge alla Fiera Rho - Pero che riguarda Il Salone del Mobile. FuoriSalone è infatti la continuazione del grande evento presente in fiera, costituita da tanti piccoli eventi presenti in tutta la città e soprattutto in zona Porta Genova. Nella settimana di FuoriSalone oltre a presentare il mio lavoro, cioè la realizzazione dei primi prototipi della produzione in serie (come miniature, decorazioni per la moda e per la bigiotteria, statuine, souvenir, ma anche di statue, busti più grandi), ho inserito due eventi che riguardano due artisti che hanno collaborato con me: l’illustratrice Martina Tauro che ha presentato alcuni suoi disegni, schizzi preparatori per la realizzazione di alcuni prototipi per la produzione in serie e anche alcune sue opere e lo scultore Carlo Cistaro che ha presentato alcune sue opere, sculture di design e di arte contemporanea.

 

Due eventi lampo, che sono durati pochissimo...

Sono durati pochissimo perchè compresi negli oltre 400 eventi di FuoriSalone, in programma a Milano dal 16 al 22 aprile.

 

Lei ha presentato due artisti molto diversi tra loro...

Sì: ognuno con il proprio stile e la propria peculiarità. Martina è una creativa specializzata  in illustrazione grafica mentre Carlo, avendo frequentato l’Accademia di Brera è più portato per la scultura contemporanea, con le sue opere specifiche di design.

 

Come sono stati accolti questi due eventi?

Direi che sono stati accolti molto bene dal pubblico perchè è stata una novità vedere il procedimento di realizzazione di questi prototipi e poi per la presentazione di due artisti come Marina Tauro e Carlo Cistaro, due artisti con due personalità diverse, ognuno col proprio stile. Penso che abbia influito molto anche l’ambiente insolito dove abbiamo realizzato questi eventi, il mio studio, molto colorato e creativo.

 

Pensa di ripetere questa esperienza, magari anche con altri artisti?

Sicuramente. Non solo nell’ambito di FuoriSalone ma anche in altre occasioni, per far conoscere i nuovi artisti e la mia professione ai giovani.

 

Come vede questo momento particolare di crisi italiana per il futuro dell’arte?

Non so per l’arte ingenere ma, credo che nel mio settore, bisognerebbe investire di più.

 

Parla del settore della scultura?

Mi riferisco al settore della scultura per le produzioni in serie, le produzioni in resina come le action figure, le statuine, i gadget che, pur essendo un settore molto florido all’estero in paesi come Stati Uniti e Giappone, in Italia vive ingiustamente un periodo di stasi soprattutto perchè manca la voglia di investire nella ricerca di nuove metodologie di produzione.

 

Secondo lei perchè succede?

Perchè vi è inspiegabilmente poca attenzione per questo settore, perchè, ripeto, non si investe più. Infatti io sono uno dei pochi che realizza questo genere di articoli (In Italia saremo in 3 o 4) e cioè gadget, sculture commerciali di questo genere, diffusissime come dicevo Negli Stati Uniti e in Giappone. L’Italia dovrebbe essere la patria della creatività  e trovo strano che questo settore che ha brillato molto negli anni Settanta sia ora messo un po’ da parte.

 

Cosa bisognerebbe fare per cercare di incrementare l’interesse verso questa forma d’arte?

Bisognerebbe farla conoscere di più, ci vorrebbe l’aiuto dai Comuni, dalle Regioni, dallo Stato. Ci vorrebbero delle fiere specifiche dedicate a questo settore dell’arte.

Sono un grande sostenitore del made in Italy artistico, quello fatto ancora a mano come si faceva una volta, senza l’uso delle tecnologie moderne. Purtroppo ormai anche in Italia è quasi tutto affidato alle nuove tecnologie. Mi reputo molto bravo perchè nonostante l’invasione della Cina anche in questo settore, che propone prototipi gratis in cambio della produzione, io “resisto”. Sono uno dei pochi che resiste e realizzo ancora tutto a mano.

 

Com’è l’interesse dei giovani, verso questo tipo di forma arte?

Non c’è molto interesse da parte dei giovani per questo settore perchè non c’è mercato e poi perchè per fare questo lavoro ci vuole molto studio e molta pazienza, prerogative che la maggior parte dei giovani non hanno. E’ molto difficile realizzare un corpo proporzionato tridimensionale o realizzare un basso rilievo, un alto rilievo, una veduta prospettica. E poi in questo momento questa è una forma d’arte abbastanza sconosciuta: il mio è un lavoro di artigianato artistico ma pochissimi conoscono quanto lavoro c’è dietro un prototipo fatto a mano.

 

Parliamo un po’ di lei: lei nasce come illustratore?

Mi è sempre piaciuto disegnare. Ho sempre disegnato, da quando avevo cinque o sei anni e mi piaceva soprattutto inventare favole che raccontavo a mia sorella e a mio fratello la sera, per farli addormentare. La fantasia è molto importante per me.

 

Lei ha pubblicato anche dei libri di favole.

Sì. A 14 anni avevo letto su un giornale che una mia coetanea di Trieste, la mia città, aveva pubblicato un libro di favole e allora ho pensato “se lo ha fatto lei, lo posso fare anch’io!”. Così ho cominciato a scrivere e a illustrare le mie fiabe e dopo circa un anno, dopo essere stato rifiutato da almeno una ventina di editori, nel 1979 ho cominciato a pubblicare le mie favole per la casa editrice “Le stelle”. Poi, negli ani Ottanta, sono passato alle illustrazioni per  alcune edizioni didattiche in diapositiva, curati da professori di Trieste. Infine mi sono trasferito qui, a Milano, dove ho iniziato a collaborare con diverse edizioni e aziende che realizzavano vignette umoristiche ma soprattutto gadget e poster.

 

A proposito di poster lei è stato al centro di una vistosa polemica per aver realizzato un poster particolare che ha fatto molto discutere...

Sì.  Era il 1987. Lavoravo per un casa editrice che realizzava anche poster e li vendeva in tuto il mondo. Mi era stata commissionata una locandina molto particolare con l’immagine di un ‘Italia divisa in due, dove sotto l’Emilia Romagna vi era un canale che staccava il resto dell’Italia, denominato “il Continente nero”. Il poster voleva raccontare l’eterna rivalità tra nord e sud, in modo comico anche se goliardico.

Questo poster è stato stampato e distribuito in tutti i grandi magazzini italiani finchè non vi è stata una denuncia da parte di un procuratore di Como con l’accusa di “istigazione al razzismo” che ha suscitato moltissime polemiche. Ne è seguito un grande interesse da parte dei media nazionali, comprese alcune trasmissioni televisive come  “Drive in”. Diciamo che è stato un momento un po’ frivolo dellla mia vita professionale. Molti giornalisti però hanno dimostrato quelche preoccupazione, un po’ per paura e un po’ perchè in Italia si stava cominciando a respirare un clima diverso, con l’entrata sulla scena politica della Lega e di altri movimenti politici.  Il poster naturalmente alla fine è stato tolto dalla produzione.

 

Cosa consiglierebbe a un giovane che vorrebbe intraprendere la sua professione?

Consiglierei di lasciar perdere, a meno che non riesca a sopportare la povertà! Scherzi a parte, sono convinto che una persona debba seguire le passioni ma in questo settore specifico bisogna sperare che succeda qualcosa e che si intensifichi anche in Italia. Potrebbe anche succedere, dipende da molti fattori, magari con una promozione da parte delle istituzioni per esempio. Ma soprattutto con una promozione e rivalutazione del made in Italy. Sarebbe molto d’aiuto rivalutare la nostra creatività in questo momento particolare di crisi economica e di sopraffazione da parte del commercio di paesi esteri come la Cina. Purtroppo l’Italia non promuove il nostro ingegno, la nostra creatività, la nostra arte e i nostri artisti che sono bravissimi. Ed è un vero peccato: l’Italia, un tempo considerata la culla dell’arte, potrebbe essere ancora la prima nel mondo.

 

Progetti futuri?

Vorrei continuare a creare progetti commerciali che possano incontrare il gusto del pubblico. E poi vorrei poter dare più spazio alla mia fantasia e dedicarmi non solo alla produzione artistica-commerciale ma anche a quella più creativa che da sempre accompagna la mia vita.

 

 

Info

www.studiocaiulo.it

www.caiulolivio.it

www.resinfigurines.info

www.liviocaiulo.it

 

 

 

(Aprile 2012)