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SPETTACOLO - Il tenore Marco Berti in scena all'Arena di Verona per celebrare l'anno verdiano

 

Il 2013 è l'anno verdiano, anno in cui ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi. Tutto il mondo si prepara a rendere omaggio al genio di Busseto.

Lo farà anche Marco Berti. Riconosciuto a livello mondiale come tenore “verdiano”, dopo esser stato protagonista dell’“Aida” nel gennaio 2013 al Metropolitan di New York, a febbraio al Staatsoper di Berlino, e dopo i grandi successi ottenuti a  Houston  (aprile) e Los Angeles (maggio), Marco Berti tornerà in Italia per interpretare Radames in occasione delle rappresentazioni di una delle opere più famose di Giuseppe Verdi che andranno in scena all’Arena di Verona in agosto (il 10 con repliche il 17, 24 e 29, direzione d’orchestra affidata a Daniel Oren per la regia di Gianfranco De Bosio) e al Teatro della Scala di Milano in ottobre (il 25 con repliche il 28 e il 31 ottobre e il 5, 16 e 19 novembre) con la direzione di Gianandrea Noseda e la regia di Franco Zeffirelli.

 Marco Berti in 25 anni di carriera ha calcato i più grandi palcoscenici di tutto il mondo: Teatro Alla Scala, Arena di Verona, Chicago Lyric Opera House, Metropolitan di New York, Covent Garden di Londra, Opera di Parigi, Grand Theater di Shangai, Tokyo, Berlino, Madrid, Tel Aviv, ha partecipato alla commemorazione dell’11 settembre (in occasione del decennale) al Golden Gate Park di San Francisco con il “Nessun dorma”. I personaggi protagonisti da lui interpretati si dividono tra Verdi e Puccini: Radames (“Aida”), Cavaradossi (“Tosca”), Manrico (“Trovatore”), Calaf (“Turandot”) ed altri. I prossimi appuntamenti saranno, oltre a quelli già elencati, a maggio al Los Angeles Opera per “Tosca”, a luglio a Tel Aviv per “Othello” (diretto da Zubin Metha) e a settembre al Covent Garden di Londra per “Turandot”.

 

“L'essere considerato tenore verdiano italiano -  dice Marco Berti - mi dà profonda gioia ma allo stesso tempo grande responsabilità, in un periodo storico in cui tutto sembra essere in crisi ed in cui tutto sembra essere messo in discussione, il fatto di trovarsi collocato tra i tenori verdiani per eccellenza porta naturalmente alla responsabilità di essere sempre all'altezza del ruolo. L'italianità - continua Marco Berti - in questo caso é fondamentale, tutti possiamo udire nel mondo voci più o meno buone che cantano Verdi, ma è difficilissimo ascoltare un cantante che sappia quello che canta, che comprenda fino in fondo la "lingua" usata da Verdi, con i suoi modi alle volte arcaici e alle volte descrittivi, originari di un ambiente rurale. Lo scandire la parola con giusto accento e col giusto senso, insomma queste e tante altre caratteristiche fanno si che l'italianità vinca in questi modi espressivi”.

 

 

Info

www.marco-berti.com

 

 

 

(Giugno 2013)