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MOSTRE - Trieste rende omaggio a Leonor Fini, "L'Italienne de Paris"

Le opere di Leonor Fini sono attualmente esposte al Museo Revoltella di Trieste.

La mostra, Leonor Fini. L’Italienne de Paris, nasce da un’iniziativa del Museo Revoltella e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, città di infanzia e formazione della celebre pittrice.

Fino al 4 ottobre si potranno ammirare ben 150 opere dell’artista, molte provenienti da musei e collezioni internazionali.
Con i celebri oli, la mostra propone anche le non meno famose foto della Fini, i suoi disegni, le illustrazioni per libri e altre testimonianze selezionatissime della creatività dell’artista.

La definirono “splendida diavolessa”, per Marx Ernst era la Furia italiana di Parigi.
Lei, Leonor Fini, bellissima, cosmopolita, gran sacerdotessa delle feste pagane di una Parigi ancora capitale culturale d’Europa, affascinava il mondo con la sua personalità e la sua pittura. Le sue erano opere di un simbolismo personalissimo, popolate da donne-gatto, sfingi, giochi di specchi, femmine dominanti e maschi quasi assessuati. Dipinti che per Jean Cocteau erano l’espressione di un “realismo irreale” o di un “soprannaturale che era per lei reale”. Per Ives Bonnefoy, che come Cocteau la conobbe bene, quella di Leonor era una “pittura ai limiti del nostro mondo”.

La Fini dominò, affascinò Dalì, Man Ray, Giacometti, Magritte, Ernst, Paul Eluard, George Bataille: il bel mondo faceva la fila per un suo ritratto e per anni vendette molto più di Picasso.

Dopo Parigi conquistò New York, pronuba Peggy Guggenheim, memorabile la sua mostra al MOMA.

Negli anni della guerra, visse a Roma, città che amò ma che dovette sembrarle un po’ provinciale rispetto alle grandi capitali del mondo. Qui frequentò Moravia, Fellini, Mario Praz, Fabrizio Clerici, la Morante e fece ritratti celebri come quelli di Alida Valli e della Magnani.

Tornò a Parigi allargando i suoi interessi verso le arti applicate, la fotografia, l’illustrazione di testi che le furono cari, dall’amatissimo Divin Marchese e ad Allan Poe, ai suoi amici scrittori e poeti.

In questo periodo scrive (ed illustra) lei stessa dei libri e altri li scrivono su di lei.

Si dedicò  alle arti applicate con le maschere (da gatto, naturalmente), i profumi, i vini e si interessò alle scenografie: Balanchine, Camus, Genet e Giorgio Strehler.

Leonor Fini viveva con i suoi innumerevoli gatti ma continuando ad amare solo gli uomini-cane che, obbedienti e festosi, accorrevano ai suoi comandi.

Ma nel suo intimo covava una melanconia profonda, corteggiando la morte, come annotò Jean Genet, in un “teatro tragico” che lei indagò anche con la psicanalisi.

A Trieste Leanor Fini era arrivata piccolissima da Buenos Aires. E proprio a Trieste  visse il cosmopolitismo di una città culturalmente vivissima frequentando Joyce, Saba e Svevo, cui dedicò un intenso ritratto, ma anche gli artisti locali, sempre insofferente delle convenzioni ed affascinata dal nuovo.

Scoperta la pittura lasciò Trieste per Milano dove fu allieva di Achille Funi sino ad una epica lite con un’altra grande donna sulla scena, Margherita Sarfatti.
A Parigi, dove arrivò nei primi anni Trenta, iniziò una grande avventura artistica che le valse il soprannome l’Italienne de Paris.

La mostra, curata da Maria Masau Dan, Direttore dei Revoltella, con la collaborazione di studiosi ed esperti italiani e francesi rimarrà aperta al pubblico fino al 4 ottobre.

 

 

“Leonor Fini. L’Italienne de Paris”

dal 4 luglio al 4 ottobre 2009

 

 

Museo Revoltella

via Diaz  27 – Trieste

 

 

Orario:

10 – 20

giovedì 10 – 23

(martedì chiuso)

 


Info:

tel. 040 675 4350 / 4158

revoltella@comune.trieste.it
www.museorevoltella.it