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LA RECENSIONE - E' uscito "Clessidra", nuovo album di Lorenzo Riccardi
di Elisabetta Di Dio Russo

 

 

Un’osteria, qualche tavolo, un bicchiere di vino.

Tante chiacchiere: il tempo, i ricordi di gioventù annebbiati dal fumo, enfatizzati dall’alcol e dalle emozioni. Le voci si rincorrono in un tourbillon di suggestioni: la politica, Bossi, gli immigrati, Berlusconi, la guerra, la pace, Obama (“Basso Impero”).

E’ l’atmosfera calda, vivace e genuina di un’antica osteria di paese quella che accoglie l’ascoltatore di “Clessidra”, il nuovo album di Lorenzo Riccardi.

Non le solite chiacchiere d’osteria, beninteso: gli umori della gente ben accarezzati da Riccardi che racconta la nostra storia, passando per l‘attualità, con lo spirito della provincia che inevitabilmente, si estende fino alla capitale.

Tutto con lo stile inconfondibile, quello caldo accogliente del folk-country, quello che sgorga dal cuore prima ancora che dalla mente e che rappresenta la vera anima musicale di Lorenzo Riccardi.

Sempre presente Dylan nelle ballate dell’artista pavese, qualche vago richiamo alle marcette russe e soprattutto alla storia, quella italiana, quella che ognuno di noi ha nel sangue.

Si respira la provincia pavese nelle canzoni di Riccardi, con il profumo della natura e delle persone non ancora contaminate dal menefreghismo cittadino.

Quello di Lorenzo è un disco da ascoltare in compagnia, magari in una sera d’autunno davanti al fuoco con del buon vino, la polenta e le castagne.

E quando si parla di buon vino (in senso metaforico ovviamente) ci deve essere anche qualcuno che di vino se ne intende, che lo sa apprezzare, ma soprattutto capace di lasciarsi afferrare dall’ebbrezza artistica che può dare un buon bicchiere: Max Manfredi.

Ospite dell’album, l’artista genovese (Premio Tenco 2009) duetta con Lorenzo nella carismatica “Una piuma”.

Ma se l’album parte dallo scenario della provincia, si estende via via verso orizzonti lontani e sconosciuti, con i richiami al celebre libro di Herman Melville, “Moby Dick”, tanto amato da Riccardi. (“A poppa del Pilar”, “Al di là del mare”).

Ottimi i testi, spesso ironici, ma sempre diretti, efficaci che catturano e conquistano, incorniciati dalle belissime e trascinanti melodie.

Tra i pezzi più belli dell’album “Clessidra”, “Al di la del mare”(anonimo inglese del XVI secolo, con testo italiano di Lorenzo Riccardi), “Vivere morire”,”L’equivoco di Colombo”, “Basso impero”.

Nell’album sono presenti anche “Dai monti della Savoia” di Fabrizio De Andrè e “Hear The Angel Singing”, di Larry Johnson dove la vena folk - country di lorenzo si espime al meglio.

A sette anni dall’uscita di “Tra fiamma e candela”, il nuovo disco di Lorenzo Riccardi è sicuramente più maturo del precedente ma anche più intenso, energico, difficile, duro.

E forse anche più vero, coraggioso e sincero.

Un disco da ascoltare per poter amare uno degli artisti più singolari ed intensi della nostra epoca.

 

Lorenzo Riccardi è nato a Pavia il 15 giugno del 1964.

Tra i suoi album più belli ricordiamo “Tra fiamma e candela”, cooprodotto con il polistrumentista Stefano Cattaneo, con la partecipazione (tra gli altri) di Mauro Pagani, Giorgio Cordini e un "cameo" di Fernanda Pivano.

 


www.lorenzoriccardi.it

 

 

 

 

 

(Ottobre 2010)