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L'INTERVISTA - Kaspar Capparoni: "La mia passione per il ballo"
di Elisabetta Di Dio Russo

E’ da poco iniziata la nuova edizione di “Ballando con le stelle”, lo spettacolo condotto da Milly Carlucci con la partecipazione di Paolo Belli che vede personaggi noti al grande pubblico cimentarsi nella, non facile, disciplina del ballo. “Stella nascente” della nuova edizione l’attore Kaspar Kapparoni che, preparato dalla bravissima Yulia Musikhina continua, dalla prima puntata, a riscuotere un grande successo. In questa intervista l’attore romano racconta la sua passione per la danza e spiega come dietro una performance di un ballerino non professionista si può nascondere un grande impegno.

 

La sua partecipazione a “Ballando con le stelle” è una sorpresa per tutti coloro che sono abituati a vederla nel ruolo di attore. Cosa ne pensa?

Devo dire che è stata una sorpresa anche per me. Alla fine è bello quando ci si autosorprende: significa avere ancora qualche speranza, no?

 

Vedendola danzare si nota subito che lei ha stile. Aveva mai ballato prima della sua partecipazione a “Ballando con le stelle”?

Ho studiato un po’ danza, ho imparato alcuni generi come il tip tap, quando facevo teatro perchè dovendo fare degli spettacoli ogni tanto c’era la richiesta della danza. Però non ho mai fatto il ballerino, purtroppo! Anche se forse mi sarebbe piaciuto. Ma la vita del ballerino è molto dura, a meno che non si diventi un primo ballerino e, professionalmente, non è molto longeva. Poi la mia predilezione è sempre stata verso la recitazione.

 

Per chi guarda la trasmissione attraverso il video sembra tutto estremamente semplice. In realtà quanto impegno c’è tra voi concorrenti?

C’è molto impegno: dalle cinque alle sette ore al giorno.

Quando mi è stato proposto di partecipare alla trasmissione, inizialmente mi hanno parlato di un mese di prove e diciamo che, se davvero avessimo avuto un mese per preparare due o tre baletti sarebbe stato sicuramente più semplice. In realtà per la prima puntata abbiamo avuto solamente otto giorni per prepararci e arrivando da zero, senza aver mai fatto questo tipo di ballo (ricordiamoci che non si tratta solo di ballare ma ci sono le coreografie, dei passi ben precisi da rispettare, ecc.) non è stata una cosa facile. A parte aver studiato un po’ danza ai tempi del teatro, ballo giusto qualche volta con gli amici in discoteca oppure da solo davanti allo specchio e devo dire che sono anche abbastanza bravo e quando riesco a togliermi tutte le inibizioni, sembro veramente un ballerino vero! Poi come so che c’è qualcuno che mi guarda comincio subito a ritirarmi come un funghetto. Ripeto, ballare mi è sempre piaciuto: una parte di me ha sempre voluto ballare però l’altra parte è sempre stata molto reticente su questo discorso.

 

Si parla della presunta rivalità tra lei e Gedeon Burkhard, l’attore che come lei è stato l’interprete principale della serie televisiva “Il Commissario Rex”. In realtà quanto c’è di vero?

No, nessuna rivalità con Gedeon Burkhard. Ho un solo rivale nella mia vita e sono io stesso. Io sono il mio vero nemico. Ho un carattere molto esigente: nei miei confronti sono molto severo, sono un perfezionista nella vita e soprattutto nel lavoro. Sono anche molto autocritico: quando non riesco a fare qualcosa mi arrabbio moltissimo e quando riesco mi do la pacca sulla spalla. Ma a “Ballando con le stelle” non ho nessun nemico, anzi devo dire che ho molti amici. Siamo un bel gruppo di persone affiatate, non c’è nessuna rivalità tra noi.

 

Si respira un bel clima insomma...

Sì, assolutamente! C’è un bellissimo clima, ci si dà una mano e ci si incoraggia l’uno con l’altro. Poi è chiaro c’è il lato della kermesse, della gara che però riguarda più la giuria e il pubblico. Nel senso che non è solo il ballo ad essere determinante per il risultato finale ma ci sono altre componenti come la simpatia del personaggio, la sua popolarità. Anche se io penso che il ballo sia un’espressione di arte pura come il canto o la recitazione e quindi non credo si possa quantificare e dire “questo è da sette e questo è da otto”: non si può dire a Michail Baryšnikov  tu meriti dieci e a Rudol’f Nuriev  tu sei da nove e mezzo! Un ballerino potrà piacere o non piacere ma non è che si può giudicare con una paletta! Però è un gioco che fa parte della kermesse, per poter far parlare e partecipare il pubblico, ma finisce lì. Io sono più per l’espressività del ballo e di quello che si può raccontare con la danza. Poi se arrivo terzo, quarto, non mi importa: l’importante per me è riuscire a dare delle emozioni. E se ci riuscirò sarò felice.

 

L’applauso del pubblico in sala è stato molto spontaneo...

Sì. Durante la prima puntata all’inizio non sapevo esattamente cosa fare se seguire il mio istinto o seguire un conteggio. Poi è partita la musica e ho contato solo i primi passi e poi mi sono lasciato guidare dal mio istinto.

 

E’ andata bene!

Sì, è andata bene. Almeno il primo e il secondo round. Ma le puntate sono dieci e la strada è ancora molto lunga.

 

Promette bene...

Ma sì: ripeto, confido molto nella mia tenacia e nella tenacia di Yulia Musikhina, la mia maestra, che è veramente straordinaria. E non è straordinaria solo perchè è una ballerina,  perchè è una campionessa di ballo, ma per la sua vitalità, per la sua energia fuori dal comune e per quello che riesce a trasmettere. E poi è russa e quindi  è “tosta”, dura ed io, per non mostrarmi minimamente debole nei suoi confronti, vado avanti, nonostante le contratture dei miei muscoli. Vado avanti, magari piangendo, ma non cedo.

E, soprattutto, non mi spezzo.

 

 

 

(Marzo 2011)