L’annuncio della rete televisiva pubblica olandese BNN di mandare in onda un reality prodotto da Endemol BV (lo stesso de il “Grande Fratello”) in cui il premio in palio era un rene (proprio un rene umano), ha scatenato forti reazioni e polemiche in tutto il mondo.
Nonostante i vari tentativi di bloccarlo, venerdì 1° giugno, il programma, intitolato Der Groote Donor Show (il Grande Spettacolo del Donatore) è andato in onda in prima serata con tutta la sua incredibile brutalità ed apparente assenza di principi etici e morali.
Protagonista “Lisa”, una biondina affetta da tumore inoperabile al cervello, con pochi mesi di vita, che ha dichiarato di voler fare un grande regalo a uno dei tre concorrenti: un suo rene. Tale decisione era stata presa in seguito alla morte di un suo caro amico, deceduto dopo avere aspettato invano un donatore per un trapianto.
Il compito dei concorrenti, Esther-Claire di 36, Vincent, 19 e Charlotte di 29 anni: convincerla di essere ciascuno il più meritevole di ricevere tale dono.
Sotto gli occhi esterrefatti e sconvolti di decine di familiari e pazienti in attesa di trapianto, i concorrenti hanno avviato una competizione fatta di spiegazioni e dichiarazioni veramente toccanti per conquistarsi l’opportunità di poter vivere una vita come tutti gli altri.
Poco prima della fine del programma il colpo di scena con la dichiarazione del presentatore: il programma non è un vero reality, si tratta di un falso, di una specie di burla. “Lisa” non è affatto ammalata di cancro ma un’attrice professionista (il suo vero nome è Leonie Gebbink) reclutata per recitare un copione. Mentre il presentatore finisce la presentazione dell’attrice si respira un clima di incredulità e verrebbe da pensare che sia tutto solo uno scherzo di pessimo gusto, invece no. La rivelazione shock: i presunti concorrenti sono veramente ammalati ed in attesa di trapianto; hanno accettato volontariamente di partecipare al programma per “scuotere le coscienze e per attirare l’attenzione del pubblico sulla loro vita ed i loro problemi”.
Fortunatamente tale programma non avrà un seguito, ma fino a quali estremi ci si spingerà in futuro pur di aumentare l’audience, di creare sensazione seppur con il presunto e tardivamerte dichiarato obiettivo di “fare del bene”?
Non si può non pensare al dolore ed allo sgomento che una simile trasmissione avrà sicuramente causato a quanti sono effettivamente in attesa di un tale miracolo.
Portando sugli schermi questo reality si è peccato di molta, troppa insensibilità.
Meglio lasciare questo compito a chi ne ha fatto la propria professione: improvvisarsi “angeli per un giorno” ha un costo troppo alto, in particolare, per gli involontari protagonisti.