"Malocuore" è il titolo del secondo album di Stefano Tessadri, il giovane artista milanese che ha vinto l’undicesima edizione del Premio Ciampi con l’interpretazione de "Il Merlo", realizzata in stile tex-mex. "Malocuore" è stato accolto dalla critica con interesse e se qualcuno, ascoltando il disco, si è permesso di gridare "al miracolo!" non sono mancate le note polemiche di chi, avvezzo alla pratica tutta italiana dei paragoni, non ha potuto fare a meno di scivolare nella banalità, evidenziando in "Malocuore" scopiazzature e contraffazioni con lo stile di qualche artista famoso. Anche se in effetti Tessadri risente di alcune influenze importanti come De Andrè e Tom Waits il suo stile è sicuramente nuovo ed originale. L’artista milanese vanta inoltre un timbro vocale personalissimo ed intenso che lo diversifica in modo marcato da molti altri artisti. Certo, in alcune tracce del disco ci si immerge piacevolmente in atmosfere western che ricordano alcuni film di Sergio Leone in cui si accarezzano i temi cari al regista, se ne percepiscono i colori, comprese le sfumature delle indimenticabili colonne sonore affidate ad Ennio Morricone. Ma succede in modo studiato ed equilibrato e soprattutto con un modo nuovo di concepire lo stile tex-mex. I testi delle canzoni sono forti, a tratti duri e rudi (Gli Ammazzacommissari)  Belle ed ingegnose le musiche che prendono spunto da jazz, tex mex, ballate blues con influssi balcanici e ritmi messicani. Ottimo l’arrangiamento de "La Ballata degli Impiccati" di Fabrizio De Andrè ed emozionante la nuova interpretazione. Tra i brani più significativi dell’album oltre la cover del brano del cantautore genovese, "Pappagallo" in pieno stile tex-mex, "Malocuore" e "Sẽnor Comandante". Stefano Tessadri è sicuramente una promessa della musica made in Italy che merita attenzione. E se indiscusse sono le doti vocali e lo stile particolare di Tessadri è consigliabile seguire questo giovane artista senza perdere l’occasione di ascoltarlo durante un’esibizione dal vivo dove riesce davvero a regalare grandi emozioni. (Novunque)