“Prime donne”
Perchè in politica non c’è spazio per il secondo sesso
di Ritanna Armeni
(Ponte alle Grazie – Pagine 119, € 10,00)
Emancipazione, femminismo e battaglie, parità tra i sessi: ancora difficile per le donne entrare nella famosa stanza dei bottoni. Anche se l’emancipazione delle donne sembra un fatto scontato la strada per raggiungere la disinvoltura che permetterebbe ad una donna di muoversi nella società con la stessa agilità di un uomo, è ancora lunga. Più insidiosa e difficoltosa la strada della politica, dove gli uomini mantengono, tranne in qualche caso, la loro egemonia.
Ritanna Armeni con questo libro analizza con chiarezza e serenità la situazione passata e attuale e, senza alcun vittimismo né desiderio di rivalsa, chiede alle donne di avere il coraggio di scendere in campo, di sentirsi autorizzate a desiderare il potere senza essere subordinate a un uomo, padrone delle loro scelte e delle loro convinzioni, individui liberi in una società libera. Perché l’abbattimento dei pregiudizi di genere possa essere l’inizio di un’era del confronto e dell’uguaglianza.
Ritanna Armeni è giornalista: ha lavorato per Il Manifesto, L’Unità, Rinascita.
Attualmente è opinionista sul quotidiano Liberazione.
Conduce, insieme a Giuliano Ferrara, la tasmissione “Otto e Mezzo” (La 7).
“Fine pena mai”
di Luigi Ferrarella
(Il Saggiatore - Pagine 224, € 15,00)
Il libro di Ferrarella è un drammatico viaggio nel cuore della giustizia italiana.
L’autore osserva con sguardo attento il marchingegno, in più punti inceppato, della “Macchina Giustizia”, dalle aule giudiziarie ai corridoi dei tribunali, dai bilanci ministeriali fino al lavoro di magistrati, avvocati, personale amministrativo, soffermandosi sulla perversione e proliferazione di leggi che spesso sembrano fatte ad arte per aggravare questo stato di cose.
Viviamo in uno dei Paesi con la più elevata spesa pubblica nel settore della giustizia che consuma più di 7,7 miliardi di euro l'anno. Eppure nei tribunali mancano le penne, la carta, i computer, l'inchiostro per le stampanti, le fotocopiatrici.
In Italia i processi durano più a lungo che in ogni altro Paese d'Europa: una media di cinque anni per decidere se qualcuno è colpevole o innocente; sette anni e mezzo per un divorzio; due anni per un licenziamento in prima istanza; otto per dare ragione o torto in una causa civile.
“Fine pena mai” cerca di capire perchè il nostro sistema giudiziario è perennemente inceppato.
Luigi Ferrarella (1966) scrive di cronaca giudiziaria per il Corriere della Sera. Nel 1997 ha pubblicato L'intruso (Limina). Nel 2005 ha vinto il premio giornalistico Livio Zanetti e nel 2007 il Premiolino.
“Milano soterranea e misteriosa”
di Ippolito Edmondo Ferrario e Gianluca Padovan
(Mursia – Pagine 168, € 16,00)
Il libro racconta una Milano inedita: sotto la città ci sono aree sconosciute o dimenticate di cui non si sospettava l’esistenza, che ci riportano al passato celtico, romano, medievale e del XX secolo.
Progresso e sviluppo hanno mutato profondamente l’aspetto del capoluogo lombardo ma alla città che vive alla luce del sole ne sopravvive un’altra, quasi del tutto inesplorata che conserva le tracce e le testimonianze storiche di un passato che sembra sprofondato nell’oblio. E’ la Milano nascosta, segreta, densa di misteri e leggende, addormentata nell’oscurità.
Gli autori ci guidano in una città inesplorata: cripte, pozzi, cunicoli, canali, strade segrete, sorgenti, rifugi costituiscono la cosiddetta Milano sotterranea, un mondo sconosciuto, pressoché dimenticato, che negli ultimi vent’anni gli speleologi della SCAM (Speleologia Cavità Artificiali Milano) hanno esplorato e studiato: dai celebri e sconfinati sotterranei del Castello Sforzesco ai più moderni bunker e ricoveri antiaerei, passando per catacombe e luoghi segreti.
Ippolito Edmondo Ferrario, classe 1976, vive e lavora a Milano dove svolge l’attività di mercante d’arte e giallista. Collabora con «Il Secolo d’Italia».
Gianluca Padovan è nato a Verona nel 1959. Nel 1991 ha fondato l’associazione SCAM. Nel 2004 è stato cofondatore della FNCA (Federazione Nazionale Cavità Artificiali). Nel 2006, assieme ai suoi collaboratori, ha fondato e assunto la direzione della collana «Hypogean Archaeology» dei British Archaeological Reports di Oxford.
Da più di vent’anni conduce approfondite ricerche nel sottosuolo milanese.
“Pretacci”
di Candido Cannavò
(Rizzoli – Pagine 312, € 18,00)
Breve inchiesta attraverso l’altro volto della Chiesa, quella più vicina alla gente distante anni luce dalla ritualità sfarzosa e noiosa che non sempre arriva al cuore delle persone. Con questo libro Candido Cannavò parla di una Chiesa, forse meno nota, che non si preoccupa esclusivemente delle anime ma anche degli uomini, che vive in mezzo alla sofferenza ed è tanto efficace e solidale: da don Gallo a don Benzi, da padre Bossi a don Ciotti, da don Merola a padre Zanotelli, a don Bizzotto: venti straordinari profili di uomini leali, appassionati e coraggiosi che vivono quotidianamente a contatto con il dolore, le speranze degli oppressi e si destreggiano tra contrasti e incoerenze della nostra epoca.
“Pretacci” racconta le storie di preti spesso scomodi, come il modello al quale un po’ tutti dicono di ispirarsi: don Lorenzo Milani.
Prefazione di Giannantonio Stella.
Candido Cannavò è nato a Catania nel 1930. Ha iniziato la sua carriera di giornalista presso il quotidiano della sua città “La Sicilia” nel 1949, occupandosi di sport ma anche di importanti problemi sociali e di costume. Il suo nome è strettamente intrecciato a quello della “Gazzetta dello Sport”, di cui è stato direttore dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d’Europa.
Nel 1998 ha ricevuto il Premio Ischia per il giornalismo e nel 2006 il prestigioso premio “San Vincent - Indro Montanelli” alla carriera. Tra i suoi libri ricordiamo “E li chiamano disabili” (Rizzoli - 2005), un successo da 11 edizioni.