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MOSTRE - Rocca Borromeo di Angera: "Il Paradiso in terra"

 

Dal 22 giugno scorso, in una delle zone più belle affacciate sul Lago Maggiore, nella Rocca Borromeo di Angera è in corso “Il Paradiso in terra”, una mostra dedicata al Medioevo rivolta agli appassionati di storia, alle famiglie, al pubblico scolastico. Il progetto è un innovativo parco tematico pensato e concepito dalla Principessa Bona Borromeo, dall’equipe formata da Daniele Jalla, storico museologo, dagli architetti esperti in progettazione museografica Luisella Italia e Massimo Venegoni dello studio Dedalo di Torino affiancati dallo storico Mauro Ambrosoli e dall’iconografa Lucia Impelluso.

La Rocca di Angera appartiene ai Borromeo dalla fine del Quattrocento e nella sua straordinaria eleganza si trasforma, in questa speciale occasione, in un libro aperto sui giardini medioevali. Nella prima fase del progetto collegherà i giardini rinascimentali dell’Isola Bella e l’Orto Botanico dell’Isola Madre in una triangolazione di stili paesaggistici tra loro complementari.

All’interno della Rocca Borromeo, negli imponenti ambienti dell’Ala Scaligera, una mostra scenografica e coinvolgente illustrerà il tema, evocando ciò che documenti ed immagini descrivono nelle diverse sezioni della mostra.

Sulla base di testi medioevali, Mauro Ambrosoli esperto tra i massimi di storia dell’agricoltura, ha individuato tre principali tipologie di giardini.
Gli architetti hanno elaborato un progetto articolato su due registri espositivi; il primo propone al centro di ciascuna delle tre sale la rievocazione di un giardino, pensata come una camera scenografica immersiva, con suoni e immagini proiettate. Il secondo, che si sviluppa lungo le pareti di ciascuna sala, propone attraverso la riproduzione di immagini di riferimento, la spiegazione simbolica degli elementi costituenti i singoli giardini.
Il primo è “Il giardino dei Principi” riservato al castellano, raccolto all’interno delle mura del castello, un luogo di conversazione, spazio dove i musici allietano i momenti di festa tra architetture vegetali che riprendono quelle in pietra. Il tutto è circondato da alti muri su cui si arrampicano rosai rigorosamente bianchi o vermigli e gelsomini, mentre il prato di minutissima erba è chiuso da verdissimi aranci e cedri.
Il secondo giardino è il “Verziere”, cinto da siepi di pruni e rosai bianchi, ospita alberi da frutto disposti secondo un ordine preciso che ombreggiano la fontana centrale per i pesci. Un giardino abitato anche da animali: conigli, lepri, caprioli, cerbiatti.
Infine “Il Giardino delle erbe piccole” che si differenzia dall’orto dei semplici delle istituzioni monastiche o ospedaliere perché accomuna aiuole di erbe minute, belle da vedere, odorifere, medicinali e fiori annui a alberi da frutto radi e dolci “più per diletto che per profitto”.

ll titolo della mostra fa riferimento alla metafora di “amore e religione” dove il Paradiso Terrestre è descritto come “locus amoenus”, ovvero luogo associato all’amore (amoenus deriva infatti da amor).
In mostra il visitatore sarò condotto attraverso un percorso che gli permetterà di identificare i diversi aspetti del luogo così detto “giardino” e seguire, attraverso le immagini e gli oggetti esposti, i valori d’uso connessi con questa complessa istituzione: ambiente di conversazione e socializzazione, luogo di creazione paesaggistica, esperienza agricola e soprattutto luogo fitto e fatto di simbologie ben precise.

Il percorso espositivo nelle Sale Scaligere rimanda alle immagini dei manoscritti miniati del Roman de la Rose (giardino maschile) e della Citè des Dames (giardino femminile), ai ragazzi e poi alle ragazze del Decameron, ai testi di Pier de’ Crescenti sui lavori agricoli destinati ai maschi e a quelli, non pochi, riservati alle donne, alle piante maschili e a quelle femminili.
Uno spazio è destinato persino ad un Santo martire Petro d’Anghiera che, partito dal Lago Maggiore giunge alla Corte di Spagna dove ha modo di accedere alle notizie che giungono dalle nuove terre, informazioni che puntualmente riporta al cardinale Ascanio Sforza. Nelle sue lettere, oltre a descrivere il primo viaggio di Cristoforo Colombo riporta anche l’introduzione di una delle nuove piante “dalle Indie” in Spagna: il mais.
Con la scoperta dell’America finisce ufficialmente il Medio Evo, ma termina anche la tipologia “medioevale” del giardino, non fosse altro che per la rivoluzione che, nell’agricoltura e nella storia del giardinaggio in Europa, portavano le specie che via via arrivavano dal Nuovo Mondo.

Sarà possibile visitare la mostra, promossa dall’Amministrazione Borromeo, fino al 19 ottobre 2008.

 

 

 

“Il Paradiso in terra”

I giardini medioevali alla Rocca Borromeo di Angera

 

Orario mostra:

aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.30

 

Ingresso:

adulti € 7,50

ragazzi € 4,50

 

La Rocca Borromeo di Angera rimarrà chiusa per il periodo invernale dal 21 ottobre 2007 al 15 marzo 2008.

 

Per informazioni:

0323 30556

info@borromeoturismo.it

www.borromeoturismo.it