Non tutti gli angeli hanno le ali. Alcuni per esempio hanno un cuore grande grande, sono sempre allegri, sorridenti, non volano ma girano per le nostre città per vedere se qualcuno ha bisogno di aiuto. Si tratta dei “City Angels”. Nati a Milano negli anni Novanta, per iniziativa di Mario Furlan (Presidente dell’associazione City Angels), sono facilmente riconoscibili, non solo dal berretto blu (simbolo delle forze ONU portatrici di pace), dalla giubba o maglietta rossa con l’effige di un’aquila (che protegge la città) ma soprattutto per il grande cuore che ognuno di loro mette a disposizione di chi ha bisogno di aiuto, dai senzatetto, ai tossicomani, fino alle vittime della violenza.
Attualmente i City Angels sono presenti a Milano, Roma, Torino, Bologna, Salerno, Terni, Novara e Varese.
Formatore, giornalista, scrittore ed “Angelo”, Mario Furlan in questa intervista parla del prezioso lavoro che da anni i City Angels svolgono nelle nostre città, al servizio delle persone più deboli e della “sicurezza” tema più che mai gettonato dai media in questi ultimi anni.
Il lavoro svolto dai City Angels è conosciuto ed apprezzato da tutti.
Dall’anno della fondazione della vostra associazione ad oggi come sono cambiate le richieste d’aiuto delle persone e cos’è cambiato nel lavoro degli “Angeli”?
E’ aumentata la richiesta di “sicurezza” da parte dei cittadini ed è aumentata anche la percezione di “insicurezza”.
Complessivamente i problemi sono più o meno gli stessi: c’era un problema di sicurezza negli anni Novanta, quando i City Angels hanno iniziato e c’è un problema di sicurezza ora, reale ed effettivo, che va affrontato e che fino ad ora non è stato ancora affrontato con sufficiente decisione.
Vi è un aumento della percezione di insicurezza: i cittadini oggi si sentono più insicuri di quanto non si sentissero 5, 10, 14 anni fa. Credo che questa percezione di insicurezza sia dovuta in parte ai mass media che ne parlano in continuazione e in parte al forte incremento del numero degli immigrati nelle nostre città. Purtroppo diverse persone hanno ancora paura dell’immigrato che per molti è sinonimo di “delinquente” anche se ovviamente non è così.
Non bisognerebbe “generalizzare”...
Chiaramente no! Infatti è più un problema a livello psicologico, una “percezione” che non corrisponde alla realtà.
Semmai si può dire che negli ultimi tempi vi è stato un calo dei reati di sangue, mentre sono in aumento i “piccoli reati da strada” che sono poi quelli che più colpiscono il cittadino, vi è stato un incremento di furtarelli, scippi che sono i reati che creano allarme sociale.
Lei si è detto contrario alle “ronde” suggerite da alcuni esponenti politici. Perchè?
Perchè la sicurezza è una cosa troppo seria per “farla fare” a cittadini con l’improvvisazione: bisogna sapersi occupare di sicurezza con lo spirito giusto.
Quando il ministro Roberto Maroni qualche giorno prima che si fosse insediato il nuovo Governo parlando di insicurezza e della possibilità che i anche cittadini potessero dare il loro contributo ha detto “il mio modello sono i City Angels”.
Questa affermazione a noi ha fatto molto piacere perchè crediamo che ci possa essere una sicurezza partecipata in modo democratico dei cittadini però bisogna anche capire come deve essere fatta. Quindi se ci sono dei volontari preparati, come nel caso dei City Angels, che cercano di dare una mano senza però pensare di sostituirsi alle forze di polizia ma impegnadosi per esempio nella mediazione culturale, nell’assistenza agli emarginati o aiutando una donna che magari chiede di essere accompagnata perchè è stata aggredita e ha paura...ecco, fare questo è solidarietà e sicurezza insieme e va bene.
In qualche caso, per fortuna molto raro, ci capita anche di intervenire in flagranza di reato come prevede il codice di procedura penale ma il nostro spirito e quello della solidarietà e dell’assistenza nei confronti del più debole, il senzatetto o la vittima della criminalità.
Poi dipende cosa si intende per “ronde”: se si tratta di cittadini che con il telefonino segnalano alla Polizia le cose che non vanno (un furto, un’aggressione) allora si tratta di persone che si comportano come qualsiasi bravo cittadino dovrebbe comportarsi.
Se invece per “ronde” intendiamo chi pensa di farsi giustizia da sè allora chiaramente non ci siamo! Noi andiamo in cerca delle persone da aiutare e la “ronda” non deve essere un gruppo di persone che va in cerca del nemico.
Secondo me le ronde sono in realtà un fenomeno mediatico, strumentalizzazioni politiche di chi esce un paio di sere con le telecamere e finisce sui giornali o alla tv il giorno dopo.
Tutti possono diventare degli “Angeli”? Gli aspiranti “Angeli” che requisiti devono avere?
Per far parte dei City Angels bisogna avere innanzitutto un grande cuore e poi un certificato di sana e robusta costituzione.
Spesso bisogna correre e per esempio una persona che ha avuto un infarto potrebbe stare male quindi nella nostra organizzazione vogliamo persone che non hanno problemi di questo tipo.
Dai 18 anni in su si può far parte dei City Angels. L’angelo più anziano si chiama Klaus, ha 72 anni ed è in gambissima, ci aiuta ancora in strada. Siamo circa per il 60% uomini mentre il restante 40% donne e il 30% dei nostri Angeli sono immigrati. Questo è molto positivo perchè ci consente di svolgere un lavoro di mediazione culturale quando ci troviamo sulla strada. Come vede non sono necessari requisiti particolari, a parte essere in buona salute e aver voglia di fare volontariato in prima linea.
Lei è presidente di un’associazione che aiuta i più deboli per la strada ma è anche giornalista, scrittore, formatore ed è a contatto con i giovani.
Tra i giovani purtroppo non ci sono solo gli “Angeli” alcuni giovani sembra stiano diventando ogni giorno più violenti.
Come commenta i recenti episodi di violenza a Verona dove ha perso la vita il giovane Nicola Tommaselli aggredito da un gruppo di skinheads?
Ma intanto devo dire che episodi di ragazzi devianti o criminali come quelli di Verona sono per fortuna sporadici. Nel caso di Verona credo che si tratti di delinquenti comuni che hanno mascherato la voglia di violenza con un’ideologia politica aberrante qual è quella fascista. Però credo che siano giovani che non sanno nemmeno cosa significa il fascismo, semplicemente vogliono creare episodi di disordine, sono teppisti che vanno allo stadio o delinquenti comuni che vogliono ammantarsi di qualcosa che possa dare una filosofia al loro modo di agire e che quindi si nascondono dietro un’ideologia che, per fortuna, nemmeno conoscono.
Al di là dell’episodio criminale, come quello successo a Verona, episodi di violenza tra i giovani ce ne sono sempre stati, compresi gli episodi di bullismo, solo che oggi se ne parla di più. Ricordo che quando ero ragazzino nella mia scuola media c’era un gruppo di ragazzi più grandicelli, ripetenti, che armati di coltello chiedevano il “pizzo” ai compagni di scuola, c’erano le “spedizioni punitive” dove i ragazzi si picchiavano a sangue anche se nessuno è mai finito sui giornali.
Oggi, per fortuna, episodi del genere andrebbero sui giornali quindi sembra che ci sia una violenza maggiore perchè grazie a Dio se ne parla di più.
Però non è giusto dire che i giovani di oggi sono più violenti di quelli di ieri: semplicemente i fatti di violenza oggi sono sotto i riflettori.
Avete come vostro testimonial Alberto Fortis. Come mai avete scelto prorpio Alberto Fortis?
Alberto Fortis è una persona che conosco bene.
Alberto è proprio nel “nostro spirito”, incarna la nostra filosofia di vita.
Nelle sue canzoni canta la fratellanza, la tolleranza e ha una filosofia di “incontro” fra i generi musicali, fra le razze e quindi il superamento di ogni barriera etnica, culturale, religiosa. Questo è molto bello. E poi Alberto è un artista che crede veramente in quello che fa e nei testi delle canzoni che scrive. Pur essendo un uomo di successo è una persona profondamente semplice, buona, generosa: quando viene alle nostre manifestazioni si mette al servizio dei senzatetto con molta disponibilità senza “tirarsela”, come a volte fanno altre star. Insomma rappresenta bene il nostro spirito: Alberto è una gran bella persona!
La vostra organizzazione in questi anni ha dato e continua a dare moltissimo ai cittadini. Cosa si prefigge per il futuro?
Innanzitutto di continuare a farlo, di farlo sempre in più città italiane e magari in futuro anche in città straniere. Attualmente siamo presenti in 8 città.
Da poco siamo presenti anche a Salerno e in autunno contiamo di partire anche a Venezia e Napoli. Nel giro di un anno abbiamo raddoppiato il numero delle sedi e vogliamo continuare così perchè in tutte le città, di una certa dimensione, c’è bisogno di “Angeli”.
www.cityangels.it
www.mariofurlan.com