Dopo il debutto discografico di “Onde clandestine” (2002) prodotto insieme a Giangilberto Monti, Federico Sirianni si ripropone con l’album “Dal basso dei cieli”, un breve viaggio musicale raccontato con l’emotività di un moderno cantastorie, suggestionato dalla world music.
Tante fotografie, quasi dei fotogrammi, determinano l’album con la cadenza di un film dalle sequenze essenziali, ma molto espressive con personaggi che ricordano vagamente certe situazioni felliniane ma incastrate in contesti più vicini ai lungometraggi di Sergio Leone (“Poivre y sangre”, ).
Lo stile musicale etno conduce verso frontiere lontane, facendo percepire, oltre i suoni, anche il respiro di esistenze vissute al limite.
Nuove le suggestioni create nell’album che rubano certe atmosfrere caraibiche e messicane, con qualche balzo nei Balcani (“Martenitza”).
Il disco pur divergendo dai temi del precedente “Onde clandestine” basato esclusivamente su storie di immigrazione clandestina, raccontate in un clima musicale che ricordava le orchestrine zigane di strada, continua il percorso musicale scelto da Sirianni che ama i temi legati alla vita di strada.
Il risultato è sorprendente: “Dal basso dei cieli” è un disco piacevole, ben costruito e ben interpretato a tratti brioso, a tratti più riflessivo e crudo ma sempre molto trascinante.
Tra i pezzi più interessanti “Perchè la vita”, “Camionale” e la bellissima e suggestiva “Nel mio quartiere”.
Non manca qualche nota beat (”Camionale”) o ballate toccanti (”Melodia per occhi stanchi”) e un po’ di coinvolgente blues (“ Dal basso dei cieli”) nelle storie, tutte on the road, narrate da Sirianni.
Molta ricerca per le musiche, buoni i testi e ottima l’interpretazione del cantautore genovese, da tempo riconosciuto dalla critica e dagli addetti ai lavori come uno dei più singolari e gradevoli esponenti della canzone d’autore.
Federico Sirianni è nato a Genova in un taxi 37 anni fa.
Il suo percorso artistico, fatto di contaminazioni tra canzone d’autore ed altre forme espressive come il teatro, ha determinato il suo caratteristico stile musicale fatto di note ma soprattutto di “immagini”, presenti in molte sue canzoni.
Dal’’esordio ad oggi ha vinto diversi premi tra cui il Premio della critica del Festival di Recanati (2004) e il Premio Bindi (2006).