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SOCIETA' - Second Life: vite parallele al confine tra realtà e fantasia
di Manuela Possenti

 

La tecnologia ha fatto veramente passi da gigante. La capacità e la velocità dei computer odierni lascia esterrefatti, soprattutto se si pensa che poco meno di vent’anni fa soltanto pochissimi privilegiati erano in possesso di un Personal Computer modello con processore 286, che era considerato velocissimo! Negli uffici infatti, e nemmeno in tutti, si utilizzava prevalentemente il “terminale”: una macchina costituita da un semplice monitor abbinato ad una tastiera, collegata ad Unità Centrali di enormi dimensioni che permetteva di utilizzare dei programmi di “mainframe” per l’elaborazione di dati o altre attività più complesse. Oggi il glorioso PC 286 fa semplicemente ridere se paragonato alla potenza e velocità delle macchine moderne. La produzione di componenti sempre più piccoli ed affidabili, la competitività del mercato ed altri fattori hanno contribuito grandemente ad una diffusione sempre più capillare del PC nel tessuto della nostra società. E così il PC è diventato un oggetto di uso comune, così comune che sarebbe quasi impensabile non averlo, senza di esso saremmo persi.

Da quando poi il 6 agosto del 1991 nacque ufficialmente il World Wide Web (www): un mondo completamente nuovo, accessibile a “portata di un click”, si è arrivati a trasformare i nostri PC quasi in terminali, unici mezzi di accesso a questa piattaforma di comunicazione e interscambio. L’idea era infatti di creare dello spazio su alcuni server, computer molto potenti dotati di grande capacità di memoria, in cui gli utenti avrebbero potuto dialogare, commerciare, giocare. Per accedere era necessario abbonarsi, a pagamento, ad un cosiddetto “provider” che permetteva l’accesso a questo mondo “virtuale”. Negli anni la rete si è sempre più potenziata e liberalizzata dando la possibilità ad un pubblico sempre più vasto di utenti di accedervi a costi sempre più bassi. Il ritmo di crescita è addirittura esponenziale. La rete propone proprio di tutto ai suoi utenti, anche perché gli utenti stessi possono creare, su apposite piattaforme servizi, forum di discussione,e molto altro in quasi totale libertà. E’ ormai diventato un mondo parallelo, allettante, da esplorare con i propri tempi ed i propri ritmi, un mondo in cui possiamo anche fingere di essere diversi da noi stessi se così scegliamo. Possiamo perseguire nuovi obiettivi, le nostre passioni, o anche inventarci una nuova vita, da vivere ogni volta che accendiamo il computer e ci mettiamo a navigare, liberi dalla quotidianità e da qualsiasi vincolo. E’ in questo mondo affascinante che nel  2003 è nato Second Life di Linden Lab.  Non si tratta propriamente di un gioco di ruolo puro, bensì di un mondo parallelo in cui non è obbligatorio giocare. Questo “mondo digitale tridimensionale”, come definito nel sito, non è nato sulla scia dei giochi di ruolo, come si potrebbe pensare, ma dall’idea di dare “vita” agli assitenti virtuali presenti in alcuni siti di  banche ed assicurazioni, creati per aiutare gli utenti a districarsi nella complessa offerta dei loro servizi. In Second Life, seconda vita appunto, chiunque può scegliere il suo “avatar” (dal sanscrito “disceso”) il proprio alter ego ed inoltrarsi in questa incredibile realtà virtuale . Il programma propone un’interfaccia per creare il proprio aspetto esteriore nel mondo di Second Life, permettendo di scegliere praticamente qualsiasi aspetto e caratteristica, dalla punta del naso al colore della pelle. I residenti possono intereagire tra di loro se lo desiderano ed addirittura possedere del terreno! Per poco meno di dieci Dollari al mese si può diventare proprietari di circa 500 metri quadrati di terreno, utilizzabili per costruire, aprire una propria attività e molto altro aggiungendone solo altri cinque per l’utilizzo. Incredibile? Pensate che questo sito conta quasi 8 milioni di utenti registrati e che molte persone utilizzano il sito come luogo di lavoro primario, cioè non hanno altre attività al di fuori di quello svolte in Second Life. Curiosi? Provare per credere.