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Numero 1/2 del 20 Gennaio 2020 -
Quindicinale Culturale
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E la chiamano "Cultura Moderna"...
di Manuela Possenti
Ieri mi è capitato per sbaglio, e vorrei sottolineare “per sbaglio”, di vedere il programma di Antonio Ricci “CULTURA MODERNA” in onda alle 20:30 su Canale 5. Si tratta di quel tipo di programma trasmesso nell’intervallo fra la fine del telegiornale e l’inizio del programma in prima serata, quasi fosse un “riempitivo” atto solo a consumare il tempo che intercorre fra le due trasmissioni, sicuramente più importanti. Non so se si tratti di qualcosa che dovrebbe invogliare a restare sul canale alla fine delle notizie, ma nel mio caso, più che invogliarmi a restare mi spingeva ad usare il telecomando per cambiarlo, il canale.
Il programma si sviluppa intorno agli immancabili concorrenti, cinque in questo caso, che devono attraverso una loro performance, guadagnarsi il diritto di fare al conduttore Teo Mammucari un certo numero di domande per individuare il “personaggio misterioso”. Il numero di domande che ciascun concorrente potrà fare dipenderà dall’indice di gradimento della performance. A completare il quadretto le irrinuciabili vallette o veline, letterine, letterone secondo il termine in voga in questo momento, naturalmente: straniere, ed appropriatamente abbigliate in costume da bagno più o meno coprente. Siamo in prima serata e che diamine! Tra i balletti, sicuramente da segnalare quello per il sorteggio dell’ordine di apparizione dei concorrenti: una sorta di danza dei sette veli in cui i concorrenti tolgono un velo dalla cintura della valletta danzante per aggiudicarsi il numero di partenza: nel loro caso più alto è meglio è. Visto che siamo in tema di veli, stendiamone uno sulla qualità e tipologia delle domande: possibile che i cosiddetti concorrenti non arrivino con almeno qualche domanda già pronta? Pare di no.
Il programma offre il solito palcoscenico a chi volesse ad ogni costo i suoi cinque minuti di celebrità, in abbinamento alla formula del quiz a premi, infatti chi dovesse indovinare vincerebbe una più che discreta somma.
Piccolo inciso sul titolo: cercando una definizione di cultura troviamo “per cultura si intende un concetto astratto che indica generalmente l'insieme delle variabili storiche, linguistiche, sociali e di costume che costituiscono la base comune di ogni aspetto della vita di una comunità o collettività comunque intesa”, ed anche “un processo di comunicazione tra gli uomini, l’essenza dell’essere umano”. Ebbene, se quanto sopra fosse effettivamente l’essenza dell’essere umano, allora chiamatemi pure “barbaro”.
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