Il 21 gennaio debutta in Prima Nazionale al Teatro Carignano di Torino "Quartetett" di Heiner Müller da Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos, nella nuova versione italiana di Agnese Grieco e Valter Malosti.
Lo spettacolo sarà interpretato da Laura Marinoni (nel ruolo di Merteuil) e Valter Malosti
(nel ruolo di Valmont), per la regia dello stesso Malosti. Dramaturg Agnese Grieco,
scene Nicolas Bovey, suono e live electronics G.u.p. Alcaro, luci Francesco Dell’Elba,
costumi Gianluca Falaschi, assistente alla regia Elena Serra.
Quartett, scritto da Heiner Müller nel 1982, condensa e incendia la materia de Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos, oggetto delle fortunate trasposizioni cinematografiche di Milos Forman e di Stephen Frears.
Lo spettacolo, che sarà replicato fino al 2 febbraio 2014 al Teatro Carignano e poi in tournée in Italia e all’estero, è prodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino. (foto di Sara Magni)
Note di regia
Il romanzo narra le avventure di due nobili e crudeli libertini, il visconte Valmont e la marchesa di Merteuil, ed è considerato uno dei capolavori della letteratura francese, anche se Müller precisa, non sappiamo quanto snobisticamente, che non ha mai letto il romanzo dall’inizio alla fine. La sua versione è sicuramente più brutale, atrocemente spudorata e piena di humor nero, scritta in prosa ma con una lingua dall’andamento fortemente poetico e di magmatica fisicità. Dichiara l’autore a proposito del suo testo: “L’arte affonda le sue radici nel sangue, e necessita di queste radici. L’adesione all’orrore, al terrore fa parte della descrizione dell’orrore e del terrore. È il caso de Le relazioni pericolose. Laclos si è sempre dichiarato un moralista intento a descrivere gli abissi dell’immoralità al fine di mettere l’umanità in guardia.
L’atteggiamento moralistico è solo la posa di un autore fortemente interessato alle tenebre dell’anima. Il problema principale nella riscrittura di Quartett era come ideare una drammaturgia a partire da un romanzo epistolare. Alla fine la soluzione è venuta recitando: due personaggi ne interpretano quattro...”. Le due belve libertine si scambiano i ruoli e impersonano a turno le loro vittime in una dimensione di spazio/tempo che si allarga dal salotto prima della rivoluzione francese ad un bunker dopo la “terza guerra mondiale”. La Storia è lì fuori dalla porta. L’autore stesso si rispecchia nei due caratteri, si sdoppia godendo la teatralità degli scambi di ruolo. In Quartett il gioco sadomasochista della coppia apre a scenari ben più terribili e metafisici. Si va incontro alla morte con una risata beffarda che risuona nel vuoto del “Teatro d’arte delle Bestie”. (Valter Malosti)
Info
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(Gennaio 2014)