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TEATRO - Andrea Giordana e Galatea Ranzi in scena al Teatro Carcano di Milano con lo spettacolo "Le ultime lune"

Andrea Giordana e Galatea Ranzi sono i protagonisti della pièce “Le ultime lune” di Furio Bordon, in scena al teatro Carcano di Milano dal 7 al 17 marzo.
Una commedia poetica e struggente, ultima prova d’attore di Marcello Mastroianni che la interpretò a teatro nella stagione 1995/96 (per la produzione del Teatro Stabile del Veneto e la regia di Giulio Bosetti), e cavallo di battaglia di un altro decano delle scene, Gianrico Tedeschi.
Un uomo nella sua stanza attende, osserva, ricorda, sogna. È solo, stanco, privato del suo futuro. Un vecchio.
Fantasie, suggestioni, fantasmi del passato affollano la sua povera stanza dell’immaginario. Sua moglie, morta molti anni prima, è sempre al suo fianco e conversa assiduamente con lui, ogni giorno. Vita e morte si toccano, presente e passato si sovrappongono: in questa stanza il tempo è relativo.
Nella stanza Il vecchio professore attende il figlio che lo accompagnerà in una casa di riposo. L’uomo vive e respira quella stanza, dove trascorre tutta la sua giornata, quasi volesse portarla con sé; per compagni di viaggio, la musica, i fumetti che ha sempre amato e un album di foto. Accanto a lui un’altra amica, silenziosa e scomoda: la vecchiaia. L’uomo affoga sempre più nella malinconia, si confronta ogni giorno con la nostalgia, la sua condizione di impotenza, la disillusione: il presente è insoddisfacente, la vita al tramonto, i progetti conclusi. Entrare in una casa di riposo è una scelta lucida, definitiva, irrimediabile, dettata dal desiderio di non essere di troppo.
Una volta lasciata la propria casa e giunto in un anonimo ospizio, il professore si rifugia nella soffitta, dove ama trascorrere qualche ora in compagnia delle sue fotografie, della musica e di una piantina di basilico: lassù - un modo tutto suo per avvicinarsi sempre più al cielo - attende la fine dei suoi giorni.
Nel nostro tempo, improntato all’egoismo più sfrenato, all’efficienza ad ogni costo, alla ricchezza, alla velocità, al tutto e subito, la vecchiaia è una vergogna da cancellare. Si insegue freneticamente la giovinezza combattendo i segni del tempo, nell’illusione di annullare la morte. Essere vecchi significa essere esclusi: ormai altri giovani cantano altre canzoni e il vecchio è troppo lento, troppo stanco, troppo solo, in una parola, inutile. “E invece - puntualizza il regista Daniele Salvo - la vecchiaia al contrario è un privilegio, un momento della vita in cui tutte le linee convergono verso un punto sospeso sul filo dell’orizzonte. È la somma di tutti gli addendi, il termine di un progetto, l’inizio di un nuovo cammino. Coincide con la condizione del poeta, che dà scandalo, non serve, dà fastidio: troppo ingenuo, fragile, vero. E soprattutto, come il vecchio, il poeta sa dire la verità. Il poeta attende paziente, seduto su una panchina sul ciglio del torrente del tempo e guarda… Il poeta, come il vecchio, possiede la mappa del labirinto, crea un modello infantile dell’universo, ‘di un universo’ per citare Pasternak,’ fondato sin dalla tenera età nel nostro cuore, una specie di libro di testo per capire il mondo dal di dentro, dal suo lato migliore e più fulgido. Il poeta canta con la sua voce sempre più flebile, ride tra i denti, ma mi accordo che piange. È solo un uomo, o forse un vecchio. Ma il suo pianto conduce al futuro”.
La regia è di Daniele Salvo. (Foto di Tommaso Le Pera)
 
 
Info
Teatro Carcano
Corso di Porta Romana 63 – Milano
Prenotazioni: 02 55181377/02 55181362
Prevendite online: www.ticketone.it - www.happyticket.it - www.vivaticket.it
info@teatrocarcano.com
www.teatrocarcano.com
 
 
(Febbraio 2019)