Cattivi si nasce o si diventa?
L’ennesimo dubbio, da conversazione oziosa tra amiche davanti alla pizza settimanale o qualcosa di più serio?
Certo gli eroi cattivi, da che mondo è mondo, hanno più fascino di quelli positivi. E’ vero che Zorro e Robin Hood hanno sempre suscitato l’ammirazione e il consenso popolare per il loro alto senso dell’altruismo e della giustizia. Ma vuoi mettere il fascino di un bastardone come il visconte di Valmont del celebre romanzo di Choderlos de Laclos (“Le relazioni pericolose”) o di un vendicativo Edmond Dantès, uscito dalla penna di Dumas ( “Il Conte di Montecristo”)?
Una mia amica, dopo una bella ed istruttiva disquisizione sulla bontà e la cattiveria, dopo che ero stata abbagliata dall’ennesimo “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” (tanto per citare uno dei più bei film di Massimo Troisi) un giorno mi ha detto ”Fa attenzione: tu non sei mica Jessica Rabbit! Ma un criceto un po’ rincoglionito”.
Lì per lì ho sorriso alla definizione della mia amica. Ma qualche giorno fa discutendo di un problema di lavoro un collega mi ha fatto notare quanto la disponibilità e la bontà di una persona tal volta possano diventare controproducenti. E se spesso, come diceva la mia bisnonna buona fa rima con cogliona... ecco che anche la definizione contemporanea del criceto rincoglionito non fa una grinza.
Quante volte siamo buone con i parenti, gli amici, il nostro capo, i colleghi di lavoro, perfino con gli estranei e perchè?
Perchè abbiamo l’esigenza di fare le brave ragazze a tutti i costi e in ogni occasione se poi, sappiamo benissimo, che non sono le brave ragazze a salire sul podio dei vincitori ma ci salgono solo le bad girl?
E perchè se, sappiamo dall’inizio come finiranno la maggior parte delle nostre buone azioni, ci ostiniamo a difendere a spada tratta il nostro ruolo di “crocerossina”?
Paura di non essere accettate? E da chi? E perchè?
Sarà mica colpa di un calo improvviso di autostima, così, come quando abbiamo bisogno di zuccheri e abbiamo un calo di pressione?
Una riflessione a questo punto non ci starebbe male.
E se proprio ci riesce difficile far uscire la Jessica Rabbit che c’è in noi...almeno, qualche volta, infiliamo quello stupido criceto rincoglionito in una gabbietta, giusto per evitare che faccia la sua apparizione nei momenti più inopportuni.
In fondo anche Edmond Dantès qualche ragione ce l’aveva per essere incazzato nero col mondo! E se avesse conosciuto Zorro, molto probabilmente, avrebbero fatto affari insieme.
Non so quale sia la linea di confine tra bontà e cattiveria.
Ma ho imparato a mie spese che, come in tutte le cose, bisogna tenere a bada gli eccessi.
E ritrovare il piacevole gusto di un sano equilibrio.
(Gennaio 2013)