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Numero 1/2 del 20 Gennaio 2020 -
Quindicinale Culturale
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TEATRO - Sergio Rubini porta in scena la cultura con un nuovo spettacolo
Sergio Rubini è stato il protagonista di “A cuore aperto. Voci del Novecento – da Neruda a Sanguineti” il 4 e il 5 marzo al Teatro Manzoni di Milano. Lo spettacolo, di Sergio Rubini, è un recital con musiche eseguite dal vivo e ha debuttato il 4 febbraio 2011 al “Teatro delle Energie” di Grottammare (AP) per poi toccare alcuni teatri italiani, in una tournée con pochissime date ma dal grande valore simbolico, in quanto segnano il ritorno al teatro dell’attore pugliese.
Il desiderio che anima lo spettacolo è di mettere al centro della scena la poesia e gli infiniti mondi contenuti ed evocati dai versi. Tutto questo attraverso una vera e propria drammatizzazione dei testi che si pone il compito di scavalcare la fissità della parola scritta e il rischio didattico della sua esposizione in lettura. A Cuore Aperto, infatti, può considerarsi una sfida al canonico reading se si pensa al rapporto dialettico che Rubini, fin dai primi momenti, instaura tra gli elementi che vivono sul palcoscenico – recitazione, musica, effetti sonori e luci – e gli spettatori in sala. La sfida consiste proprio nel produrre, con pochi ma essenziali dispositivi scenici, un autentico coinvolgimento emotivo. A condurre lo spettatore in questo viaggio, oltre alla personalissima interpretazione di un attore così poliedrico, è la musica. Anche in questo Rubini sfida il reading tradizionale. Si tratta infatti di musiche originali che, sebbene convivano il più delle volte con la lettura, non vogliono mai essere di mero accompagnamento. È la musica stessa – composta dal pianista Michele Fazio e suonata dal vivo anche da batteria e contrabbasso – in complice armonia con l’interpretazione di Rubini, a produrre le immagini evocate dai versi, come se la musica fosse un vero e proprio elemento scenografico del testo. È così che A Cuore Aperto ha il sapore di un’improvvisazione che vuole colpire lo spettatore nel suo immaginario, nel suo intimo, portandolo, verso dopo verso, a mettersi a nudo, a cuore aperto appunto, come fanno gli artisti in palcoscenico, i poeti quando scrivono. È come se lo spettatore partecipasse a una prova generale, un esperimento, una ricerca, più che a uno spettacolo inscatolato e pronto solo al consumo. Rubini, infatti, oltre a interagire col pubblico attraverso interventi a braccio in cui lo prende per mano e lo conduce nel mondo della poesia, si lascia andare a divagazioni che sconfinano nella letteratura, nel teatro vero e proprio. Ed è così che oltre a leggere alcuni Grandi della poesia del Novecento: Neruda, Pavese, De Filippo, Prévert, Sanguineti, Rubini si diverte a sorprendere lo spettatore con il racconto della vita di Puskin, per esempio, o con la lettura di un’ Operetta Morale di Leopardi.
E quando porta in scena una delle pagine più alte del teatro shakespeariano, l’uccisione di Desdemona, Rubini esaudisce pienamente il grande desiderio del pubblico di rivederlo a teatro.
Una bella prova quella di Sergio Rubini che coraggiosamente porta in teatro alcune tra le più belle pagine della cultura con uno spettacolo molto particolare, ricco di fascino con il suo stile personale e indimenticabile.
A Cuore Aperto continuerà il suo tour teatri italiani: oltre il Teatro Manzoni di Milano farà tappa nei teatri di diverse città italiane.
(Marzo 2011)
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