Ricerca Archivio
 
TEATRO - Debutta al Teatro Litta di Milano "Enrico IV", diretto da Alberto Oliva

Dal 21 gennaio presso il Teatro Litta di Milano (Sala Teatro Litta), in Prima Nazionale, è in scena uno dei capolavori di Luigi Pirandello: "Enrico IV" (Litta Produzioni / Il Contato - Teatro Giacosa di Ivrea).

Con Enrico IV il giovanissimo regista Alberto Oliva prosegue un percorso di esplorazione dei grandi autori teatrali. Dopo il Conte di Rocca Marina nel Ventaglio di Goldoni e Shylock nel Mercante di Venezia di Shakespeare, interpretati da Mino Manni, sceglie di raccontare la parabola esistenziale di un altro grande emarginato, un reietto della società, che si rinchiude in un volontario esilio di pazzia da cui uscirà allo scoperto urlando la sua rassegnazione: “mi chiamavano pazzo anche prima”.

Il protagonista del testo preferisce ricercare proustianamente il tempo passato, volgersi all’indietro per provare a vivere in un’epoca il cui destino è già scritto, in cui può isolarsi e perdersi, ma anche osservare con malizia la stupida vanità dei propri contemporanei che lo circondano, ridicolmente travestiti da buffoni. Non agisce, guarda gli altri vivere e ride della loro inadeguatezza.

Colpito da un trauma fisico da cui si è risvegliato, Enrico IV si accorge di essere solo e abbandonato, e decide di intraprendere un viaggio mistico alla ricerca di se stesso. La conoscenza attraverso la sofferenza sublima questo piccolo borghese del Novecento fino alle altezze di un personaggio da tragedia greca, ma è tutto un inganno, una finzione costruita ad arte, un’illusione.

Un sogno. Lo spettacolo prenderà vita nella sua stessa testa e sarà impossibile capire cosa sia reale e cosa immaginario, fino a che punto il personaggio finga di non rendersi conto della verità dei fatti e quanto davvero non si accorga di quel che gli si agita intorno.

In questo suo distacco dal mondo e dai suoi vani conflitti, Enrico non è solo testimone del dolore dell'umanità, ma se ne fa vittima e carnefice allo stesso tempo. Subisce, infatti, l’emarginazione più totale dalla vita che gli scorre via dalle mani e lo vede giungere “con una fame da lupo a un banchetto già bell’e sparecchiato”. Ma diventa anche sadico vendicatore di questa solitudine divertendosi a giocare con i suoi ignari complici, i servi che lo venerano come un sovrano medievale e trascorrono l’intera loro esistenza a ingannarsi di ingannarlo, ridicoli infermieri di un assurdo malato psichiatrico.

Per tutti è necessario indossare una maschera, con cui nascondersi e proteggersi per affrontare gli altri e – forse – cercare di essere più forti e coraggiosi: “Guai a chi non sa portare la sua maschera, sia da Re, sia da Papa”.

Lo spettacolo, che vedrà in scena Mino Manni, Davide Lorenzo Palla, Giancarlo Latina, Daniele Nuotolo  e Sonia Burgarello,  rimarrà al Teatro Litta fino al 16 febbraio. (foto di Valentina Bianchi)

 

Laureato in Scienze dei Beni Culturali, Alberto Oliva si forma come regista alla Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, ha studiato con Kuniaki Ida, Maria Consagra, Gabriele Amadori, Serena Sinigaglia, Renata Molinari, Carlo Boso, JeanClaude Penchenat e ha lavorato come assistente alla regia con Massimo Navone, Antonio Syxty, Carmelo Rifici, Annig Raimondi e Corrado d’Elia. Tra i suoi lavori ricordiamo "Il venditore di sigari" di Amos Kamil (prodotto da Teatro Litta e riproposto in Sala Cavallerizza in questa stagione 2013-2014), "Garibaldi, amore mio" e "Il Ventaglio" di Goldoni prodotti dal Teatro Giacosa di Ivrea) "Le Notti Bianche" da Dostoevskij. Collabora dal 2009 con la compagnia torinese I BenAndanti. 

 

 

Info

Teatro Litta

c.so Magenta 24 - Milano

Tel 02. 86454545

promozione@teatrolitta.it

www.teatrolitta.it

 

 

(Gennaio 2014)