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Franco Branciaroli in "Don Chisciotte"

Dopo un debutto che ha sorpreso e raccolto caldissimi applausi e ottime critiche per l’originalità dell’interpretazione e della messa in scena, nel 2010 riprende il tour  Don Chisciotte, nella particolare versione proposta da Franco Branciaroli, in questi giorni al Piccolo Teatro Studio Milano.

“Don Chisciotte è un enorme trattato sull’imitazione: così come lui imita i cavalieri, io imito i cavalieri della scena”. Così il mattatore milanese, dopo l’edizione di Finale di partita in cui il protagonista parlava con la voce del doppiatore italiano dell’ispettore Clouseau, introduce al suo nuovo spettacolo tratto dal testo di Miguel de Cervantes.

Branciaroli nello spettacolo è infatti impegnato nel doppio ruolo di Don Chisciotte e Sancho Panza, cui dà, imitandole, le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene. D’altro canto era desiderio dichiarato di Gassman realizzare il capolavoro di Cervantes, e lo stesso Bene, che lo aveva  interpretato una volta, avrebbe voluto rifarlo con Eduardo:  “Li immagino nell’aldilà – spiega Branciaroli – dove finalmente realizzano il sogno di mettere in scena il libro più d’avanguardia che ci sia, quello che ha aperto le porte dell’era moderna: il Don Chisciotte. Li faccio parlare e così, accanto ai personaggi, riprendono vita anche i loro dialoghi, i loro battibecchi, il loro immaginario, i loro personalissimi vezzi speculativi”.

Il vagabondare verbale, divertente e commovente insieme, dei due grandi attori ripercorre, in un clima di visionarietà che facilmente può far prendere per giganti dei mulini a vento, alcune delle scene più celebri del grande romanzo picaresco del siglo de oro spagnolo, dando loro nel contempo l’occasione di sfidarsi ancora su nuove “audaci imprese”, come a lungo fecero sui palcoscenici nazionali. In questo contesto sarà facile ritrovare anche le atmosfere di un teatro che non c’è più e che lo stesso Branciaroli, che con Carmelo Bene ha recitato ai suoi esordi, ha preso per la coda: “Erano due avversari irriducibili – continua l’attore-regista – ma al fondo due artisti che si stimavano e forse, come Chisciotte e Sancho Panza, rappresentano un solo modo di pensare il mondo visto da due lati opposti”. Divertimento con un pizzico di nostalgia è la temperatura emotiva dello spettacolo, cui si aggiunge un continuo rispecchiarsi  di finzione e realtà che invita alla riflessione sulla creazione artistica e sul teatro in sé; idea, questa, cui si ispirano le scene disegnate da Margherita Palli e illuminate da Gigi Saccomandi. E il finale? Non è una vera fine, cosa che sarebbe pertinente solo con il mondo dell’aldiquà: mentre nel tempo eterno i nostri due mattatori, e idealmente Branciaroli con loro, possono ripetere all’infinito, variandola e reinventandola, la rappresentazione.

Per Don Chisciotte Franco Branciaroli ha vinto il Premio Flaiano 2009 come miglior attore.

Lo spettacolo rimarrà al Piccolo Teatro Studio fino al 24 gennaio. (foto di Gianmarco Bandera)

 

Note di regia

Il Don Chisciotte di Cervantes con le sue 1000 pagine e quasi altrettanti episodi è pressoché irrappresentabile a teatro. Così ho pensato di non ‘fare’ Chisciotte, ma di ‘fare quel che lui fa’, ovvero imitare. Ecco perché nella messa in scena del capolavoro di Cervantes do a Chisciotte la ‘maschera vocale’ di Vittorio Gassman e a Sancho Panza quella di Carmelo Bene, due grandi cavalieri della nostra scena: voci diventate mitiche, nobilmente manieristiche e che vivono nel nostro immaginario anche sottoforma di partitura sonora. È un omaggio ma anche un richiamo alla nostra situazione storica: quella di un’epoca in crisi, che non ha niente di nuovo da dire, niente da fare che non siano varianti o sapienti arrangiamenti del già accaduto e del già detto. È questa una conclusione malinconica ma non rassegnata, e non cede la speranza di lasciare anche noi una parte di inedito. (Franco Branciaroli)

 

Franco Branciaroli si afferma sin dalla sua prima comparsa in scena, nel Toller di Dorst per la regia di Chereau nel 1970, come uno dei talenti più originali del teatro italiano. Nella sua carriera ormai quarantennale, ha lavorato con Aldo Trionfo (Gesù, dalla sceneggiatura del film di Dreyer, 1974; Nerone è morto, 1975 con Wanda Osiris), con Carmelo Bene (in uno storico Faust – Marlowe – Burlesque di Trionfo/ Salveti e in Romeo e Giulietta nel ruolo di Romeo), con Gianfranco De Bosio e, a lungo, con Giovanni Testori, mettendo in scena i testi dell'autore milanese per la compagnia de Gli Incamminati da lui fondata. Con Luca Ronconi ha raggiunto sorprendenti livelli di interpretazione:  si ricordano in particolare la Torre di Hoffmansthal, Medea di Euripide, La vita è sogno di Calderon de la Barca, Lolita di Nabokov in cui ha ricoperto il ruolo di Humbert Humbert. Al cinema ha lavorato con Michelangelo Antonioni, Tinto Brass e di recente con Roberto Faenza e Cristina Comencini. Nel 2006 ha diretto e interpretato un’edizione molto apprezzata dalla critica e dal pubblico di Finale di partita di Beckett in cui ricopriva il ruolo di Hamm utilizzando la voce dell’ispettore Clouseau del doppiatore italiano di Peter Sellers. Nelle stagioni 2007-2009-2010 è stato Galileo in Vita di Galileo di Brecht, con la regia di Antonio Calenda. Sempre per la regia di Calenda nel 2009-2010 è Edipo in Edipo Re di Sofocle.

 

 

Franco Branciaroli  in

“Don Chisciotte”

Progetto e regia di Franco Branciaroli

dal 19 al 24 gennaio 2010

 

Teatro Studio

via Rivoli 6 - Milano

 

Info:

www.piccoloteatro.org