Ci sono ancora pochi giorni, fino al 7 aprile, per vedere la bellissima mostra alla Pinacoteca di Brera dedicata a "I tarocchi dei Bembo. Una bottega di pittori dal cuore del Ducato di Milano alle corti padane". Dopo la fortunata esposizione del 1999, non vi è stata più occasione di riproporre al pubblico le 48 carte del mazzo di tarocchi braidense, detto Brambilla dal nome della famiglia milanese che l’ha posseduto nel corso dell’Ottocento e di buona parte del Novecento.
Il mazzo, realizzato dalla bottega cremonese di Bonifacio Bembo tra il 1442 e il 1444 circa per il duca di Milano Filippo Maria Visconti, è stato acquistato nel 1971 dallo Stato per la Pinacoteca, grazie anche all’interessamento dell’Associazione Amici di Brera e dei Musei milanesi.
Per ragioni conservative, legate al materiale costitutivo (cartoncino pressato, rivestito di un sottile strato di gesso, con foglia d’oro o d’argento e coloritura a tempera), i tarocchi non possono essere esposti con continuità.
La mostra, curata da Sandrina Bandera e Marco Tanzi, presenta una scelta campionatura di opere – in alcuni casi mai esposte – che, nel secolo scorso, sono state alla base del recupero critico della stagione estrema del gotico in Lombardia e intende fare il punto sull’affascinante produzione artistica della famiglia cremonese dei Bembo, protagonista, tra Lombardia ed Emilia, del delicato passaggio dalla cultura gotica cortese, e internazionale, a quella rinascimentale.
A fare corona ai tarocchi dei due mazzi bembeschi presenti in mostra – quello di Brera e quello dell’Accademia Carrara di Bergamo –, sono esposte, grazie alla disponibilità e generosità dei prestatori, poche ma significative opere, selezionate per tentare di delineare, alla luce delle più recenti riflessioni critiche, le scelte espressive dei vari fratelli.
Per delineare le singole identità, ma anche il filo che unisce l’attività di questa genia di artisti cremonesi, sono presentate alcune opere significative come i codici disegnati e miniati, tavolette da soffitto e dipinti su tavola: la rara Ascensione di Cristo di collezione privata, per la prima volta esposta al pubblico, e l’Assunzione della Vergine dell’Accademia Carrara (con importanti novità, grazie al restauro affrontato per questa occasione); il Salterio diurno ora a Mirandola (la prima opera di Bonifacio, del 1442), l’Historia di Lancillotto del Lago della Biblioteca Nazionale di Firenze (1446), le tavolette con le Storie della Genesi del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona. Arrivano inoltre, sempre da Cremona, i ritratti dei duchi Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti (1462), affreschi strappati dalla chiesa di Sant’Agostino, mai usciti dalla città, e l’Incoronazione di Cristo e di Maria, del museo.
Una mostra davvero insolita e ricca di fascino quella proposta dalla Pinacoteca di Brera, graditissima da quel pubblico che ama anche gli angoli meno frequentati della meravigliosa arte italiana. (Catalogo Skira Editore)
Info
Pinacoteca di Brera
Via Brera 28 – Milano
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(Marzo 2013)