Ricerca Archivio
 
DUE ALI
di Elisabetta Di Dio Russo

E l’aveva lasciata lì, con i capelli bagnati di sole, mentre asciugava una lacrima che scivolava leggera, su quel viso da bambina che non sapeva crescere.

Lei aveva cercato di frenare la sua rabbia che era esplosa silenziosa e timida, testimoniata appena da quelle goccioline azzurre che fuoriuscivano dai suoi occhi scuri.

E lui si era sentito sconfitto e braccat...o da quella manifestazione di tenerezza che lo indeboliva.

Lei non sapeva aggredire ma neppure difendersi.

Piangeva silenziosa quasi per non disturbare quel dolore profondo che non sapeva educare, che non sapeva annientare.

Lui aveva provato disagio per quel viso infelice senza colore che sbiadiva alla luce della sofferenza.

Una fitta allo stomaco lo aveva distolto da quella tenerezza sfuggente e lo aveva riportato alla realtà di quell’immagine che deformava i suoi sentimenti.

Ormai non c’era più niente tra quel viso e i suoi occhi.

La guardava ma non riusciva più a vederla.

Lei non c’era più.

Era sparita dalla sua mente e da quel cuore senza battiti.

Ma non poteva partire senza riuscire a ricordarla.

Non poteva andarsene senza il suono delle parole che non venivano e che cercava disperatamente frugandosi nella gola.

Lei era sempre lì, pallida e silenziosa di fronte al suo sguardo arido.

Ma ormai erano due dolori senza più ritorno: una farfalla senza ali e due ali che non sapevano più volare.

 

 

 

(Aprile 2012)