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MOSTRE - I Musei San Domenico di Forlì ospitano la mostra "Piero della Francesca. Indagine su un mito"

Dal 13 febbraio presso i Musei San Domenico di Forlì è in corso la mostra “Piero della Francesca. Indagine su un mito”.
Impresa difficile quella proposta a Forlì. Perché il riunire un nucleo adeguato di opere di Piero della Francesca, artista tanto sommo quanto “raro”, è già operazione complessa.
Riuscire poi a proporre un confronto di questo livello con i più grandi maestri del Rinascimento, da Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi, Fra Carnevale a Francesco Laurana tra gli altri, è operazione non semplice. 
Così come è complesso il riuscire a documentare, riunendo sempre i veri capolavori, l’influsso di Piero sulla generazioni di artisti a lui successiva: Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì, Antoniazzo Romano e Bartolomeo della Gatta ma anche Giovanni Bellini. 
Ma questa mostra, che già così sarebbe un evento storico, si spinge oltre, indagando il mito di Piero quando esso rinasce, dopo i secoli dell’oblio, nel moderno, nei Macchiaioli, Borrani, Lega, Signorini, ad esempio. Ma soprattutto per il fascino che la sua pittura ha su molti artisti europei: da Johann Anton Ramboux o Charles Loyeux, fino alla fondamentale riscoperta inglese del primo Novecento, legata in particolare a Roger Fry, Duncan Grant e al Gruppo di Bloomsbury.
Poi gli echi pierfrancescani che risuonano in Degas e Seurat, nei percorsi del postimpressionismo, e tra gli ultimi bagliori puristi di Puvis de Chavannes. La fortuna novecentesca dell’artista è affidata agli italiani Guidi, Carrà, Donghi, De Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Ferrazzi, confrontati con fondamentali artisti stranieri come Balthus e Edward Hopper che hanno consegnato l’eredità di Piero alla piena e universale modernità.
A rendere possibile l'evento, con la direzione generale di Gianfranco Brunelli un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, nel quale figurano, tra gli altri, Frank Dabell, Guy Cogeval, Fernando Mazzocca, Paola Refice, Neville Rowley, Daniele Benati, Ulisse Tramonti, James Bradburne, Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Cheles, e Maria Cristina Bandera e Giovanni Villa.
L’eterna immobilità dei solidi umani di Piero della Francesca, dei volti appena sfiorati da un’ombra di passione continua ad eternare le sue figure, innalzandole al di sopra del caos, della mediocrità, in una pace sovrannaturale che ce le mostra ancora oggi come rivelazioni.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì.
L'esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 26 giugno. (Catalogo Silvana Editoriale)
 
Nella foto "San Girolamo e un devoto" di Piero della Francesca (1440 - 1450 ca.) - Gallerie dell'Accademia, Venezia.
 
Info
mostrapierodellafrancesca@civita.it
www.mostrapierodellafrancesca.com
 
 
 
(Febbraio 2016)