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Enrico Campanati in "I, Banquo"

Al via la seconda parte del progetto I,Shakespeare di Tim Crouch. Dal 14 gennaio la compagnia Accademia degli Artefatti è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano con due spettacoli del progetto I, Shakespeare di Tim Crouch: I, Peaseblossom e I, Banquo. Quest’ultimo, essendo stato selezionato come finalista ai Premi Ubu 2013 nella categoria Miglior Novità Straniera, andrà a sostituire I, Caliban, annunciato ad inizio stagione.

I due testi, fanno parte di una quadrilogia di opere (I,Malvolio, I,Banquo, I,Caliban, I, Peaseblossom) scritte dal drammaturgo britannico di fama internazionale Tim Crouch.  Ispirate ad alcuni dei grandi classici shakespeariani (La Dodicesima notte, Macbeth, La Tempesta, Sogno di una notte di mezza estate) e, inizialmente pensate per il Festival di teatro ragazzi di Brighton, si sono poi trasformate in un successo internazionale adatto a tutte le età.

Partendo dalle storie originali, l’autore decide di cambiare il consueto punto di vista andando a dare voce ai personaggi minori delle opere stesse, mescolando la necessità di raccontare la storia narrata da Shakespeare, con la possibilità, da parte di alcuni personaggi secondari, di poter finalmente esprimere il loro personale punto di vista.

Tim Crouch permette così di ripensare politicamente il teatro, riguardo ai meccanismi e alle geometrie relazionali che mette in campo: chi decide cosa è la verità? Chi è il vero soggetto del discorso? Chi ha il potere di raccontare ‘come vanno le cose’? Qual è il ruolo dello spettatore, di chi guarda? In che termini può sentirsi rappresentato? A cosa dobbiamo e possiamo credere?

 

I, Banquo

BANQUO è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario della sua corsa al trono.

 

Testimone inutile, prima perché ucciso e messo a tacere e ora nella sua forma di fantasma, Banquo prova a ricomporre i segni di una violenza di cui è stato vittima, insieme al suo Re e al suo stesso intero Paese. Ma rivivere la vicenda non sembra poter cambiare il suo corso. Tutto è quello che è già stato. Resta solo  la struggente sensazione che a fare le stesse cose potesse essere qualcun altro. Si troverà così a doversi sporcare le mani di sangue, passando dal ruolo di vittima a quello di carnefice. Macbeth e la sua Signora sono solo i corpi passeggeri di una voglia di potere che attraversa il tempo senza mai trovare soddisfazione, rivoltando lo stato delle cose, con l’unica conseguenza di lasciarlo sempre uguale a se stesso: territorio di conquiste, reali e effimere, ma pur sempre tragiche.

Il sangue è il segno di questa storia. Un sangue capace di sporcare anche i fantasmi, un sangue che poi si lava via solo per lasciare spazio ad altro sangue. Banquo è il fautore di una visione. O ne è il protagonista. O forse solo un personaggio in mezzo ad altri. Resta da capire ognuno al posto di un altro come si comporterebbe. Banquo al posto di Macbeth. Uno spettatore al posto di Banquo. E ognuno, al suo posto o in quello di un altro, potrà rispondere alla domanda:  il potere chi logora veramente?

Con Enrico Campanati e Matteo Selis.

Regia di Fabrizio Arcuri.

Dal 21 al 26 gennaio. (foto di Donato Aquaro)

 

Info

Teatro Filodrammatici

via Filodrammatici 1 - Milano

www.teatrofilodrammatici.eu

workshop.filodrammatici@gmail.com

 

 

 

(Gennaio 2014)