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TEATRO - Maria Paiato debutta al Teatro Carignano di Torino con Medea

Il 20 maggio al Teatro Carignano di Torino debutterà "Medea" di Seneca, (traduzione e adattamento di Francesca Manieri), con la regia di Pierpaolo Sepe. Lo spettacolo è interpretato da Maria Paiato (Medea), Max Malatesta (Giasone), Paolo Zuccari (Creonte), Giulia Galiani (nutrice), Diego Sepe (coro).

Maria Paiato si è imposta da tempo come interprete d’eccellenza di grandi personaggi femminili. Qui affronta uno dei testi cardine della storia del teatro, dando voce a una madre che trasforma l’ira per l’abbandono in un rancore cupo e cieco, fino al sacrificio estremo dei due figlioletti. Dopo Anna Cappelli, Pierpaolo Sepe dirige ancora l’attrice in uno dei personaggi più controversi del mondo classico. In questa, che è stata definita tragedia dell’ira, Medea è guidata dal furor, che va a sostituirsi completamente alla ratio. Seneca giunge a dimostrare il potenziale distruttivo dell’ira: "Passione spaventosa e furibonda… Inetta a distinguere il giusto ed il vero, quanto mai somigliante a quelle macerie che si frantumano sopra ciò che hanno coinvolto". Scrivono Francesca Manieri e Pierpaolo Sepe: "È la storia del divenire di un mostro morale, ma è anche la storia di una mostruosità più nascosta e profonda che immischia nella colpa anche l’azione del giusto. Nessuno è scevro dall’atto di questo supremo contemporaneo egoismo, la solitudine costringe gli uomini a una salvezza furiosa, ognuno persegue un bene colpevole, tutti siamo preda del male, 'omnes mali sumus'. È tragedia che mostra le ragioni irragionevoli di una donna che 'non sa frenare né l’ira né l’amore', che non accetta le leggi del tempo e degli altrui desideri e le ragioni colpevoli di un uomo che oblia in una azione pietosa il suo delitto primario: Giasone ha infranto i sacrosanti limiti del mondo alla ricerca del vello, Medea infrange i sacrosanti legami della maternità.

Nell’impeto di un desiderio che strumentalizza l’altro in un atto permanentemente oltre natura si spalanca il mondo contemporaneo del disumano".

Le scene sono di Francesco Ghisu, le luci di Pasquale Mari, i costumi di Annapaola Brancia D’Apricena.

Lo spettacolo sarà replicato al Carignano, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino, fino al 25 maggio. (foto di Pino Le Pera)

 

 

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(Maggio 2014)