Ricerca Archivio
 
L'INTERVISTA - Giorgio Riva: "Dare una nuova vita agli animali da laboratorio"
di Elisabetta Di Dio Russo

Anche in tempo di crisi c'è chi ancora ha voglia di sognare e di trasformare i sogni in realtà. Sarebbe stato fiero Giuseppe Garibaldi nel vedere cosa sta succedendo all'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), da lui fondata nel lontano 1871. Sarebbe stato fiero dei suoi ragazzi che da anni mettono a disposizione tempo, esperienza a favore degli animali e del nuovo progetto sul recupero degli animali che provengono dai laboratori di sperimentazione, capitanato da Giorgio Riva, Presidente dell'ENPA di Monza- Brianza.

Forse l'Eroe dei due Mondi avrebbe imbracciato le armi per far guerra alla vivisezione. Giorgio Riva, che ha ereditato la stessa passione per gli animali dal celebre condottiero, ha scelto di combattere questa battaglia con armi diverse ma efficacissime, in attesa di una legge che metta fine alla barbarie della vivisezione. In questa intervista Il Presidente della Protezione Animali di Monza spiega il suo bellissimo progetto per recuperare gli animali che provengono dai laboratori di sperimentazione.

 

Questo progetto mira al recupero degli animali da laboratorio. In che modo?

Innanzitutto per animali da laboratorio si intende tutti gli animali utilizzati dalla vivisezione che sono principalmente ratti, topi, cavie, conigli, scimmie, cani e anche altri animali. Il progetto consiste nel cercare di recuperare questi animali una volta che è terminato il loro utilizzo negli esperimenti, Normalmente finita la sperimentazione vengono soppressi perché "non servono più". Per un'azienda (ma può essere un laboratorio, un istituto farmaceutico, un istituto scientifico) che ha effettuato una ricerca, l'animale utilizzato diventa poi un inutile peso economico, una "cosa" che non serve più e che quindi va eliminata. Il tentativo è quello di farci dare questi animali una volta terminata la sperimentazione e ridare loro una speranza di vita futura. Abbiamo deciso di recuperare i cani perché con altri animali, esempio con i ratti, sappiamo che poi diventa estremamente difficile darli in adozione. Non vogliamo fare un distinguo tra gli animali ma purtroppo in questo caso bisogna essere pragmatici e fare una scelta. I cani secondo me hanno una grossa possibilità di essere recuperati e soprattutto affidati a dei nuovi padroni.

In Italia, attualmente, vengono utilizzati circa 700 cani all'anno per la sperimentazione. Una parte di questi cani non potrà essere recuperata perché alcuni esperimenti prevedono la morte dell'animale. Noi speriamo di riuscire ad avere gli altri cani, che verrebbero soppressi alla fine della sperimentazione e che sono un numero abbastanza rilevante.

Il centro che vorremmo realizzare per il recupero dei cani deve essere visto come un punto di partenza per la ricostruzione fisica e psichica dell'animale.

 

Quali sono i principali problemi che riscontrano i cani che provengono dalla sperimentazione?

E' difficile immaginare le condizioni di un cane che ha vissuto tutta la sua vita in un allevamento tipo quello di Green Hill, assolutamente senza stimoli. La cosa più impressionante che abbiamo notato nei cani, quando li abbiamo liberati, è che avevano paura di tutto, anche degli spazi grandi. Perfino alla vista del corridoio del canile il cane si appiattiva a terra e non si muoveva più. Se si apriva la porta del box dove era rinchiuso  non usciva  ma si affacciava all'uscita spaventatissimo e si guardava in giro con grande preoccupazione. Per recuperare questi cani occorre un luogo estremamente tranquillo, occorre molta dolcezza e una grande attenzione continua. Sono cani che non hanno mai visto il cielo, gli spazi aperti, la luce naturale, l'acqua.

Non bisogna però sollecitare i cani eccessivamente: con pazienza bisogna cercare di abituarli a spazi sempre più grandi, quindi dal box al cortiletto del box, poi in un piccolo recinto fino al recinto più grande finché la prova finale sarà quella di portarli in giro con il guinzaglio e farli finalmente tornare ad essere dei "cani".

 

E' terribile che non si faccia nulla per eliminare la vivisezione che sarebbe poi la cosa migliore e che, in molti casi, non serve a nulla.

La lotta alla vivisezione è una lotta che deve continuare su una serie di piani diversi che sono innanzitutto quello legislativo, perché senza delle leggi ben precise c'è davvero poco da fare. E' terribile sottoporre un animale a delle torture inutili, soprattutto quando esistono delle alternative. Ma non voglio entrare nel merito perché è un terreno che non mi compete: ci sono esperti in materia più bravi di me. Stiamo cercando di portare avanti questo progetto di recupero dei cani, anche se questo va a toccare solamente una parte piccolissima della lotta alla vivisezione. Penso che ogni associazione debba cercare di dare il meglio di ciò che può dare e lavorare in questa direzione. Noi a Monza mettiamo a disposizione la grandissima esperienza che abbiamo maturato in trent'anni di attività di ENPA di Monza, che gestisce direttamente un canile pubblico. Siamo stati i primi in Italia, nel 1983, a prendere la gestione diretta di un canile. In questa nostra avventura abbiamo potuto constatare che, con un certo tipo di lavoro, i cani nel canile non rimangono a lungo, ma riescono poi ad essere adottati da nuove famiglie. Tutti i cani che entrano nel canile sono spaventati, con molti problemi simili a quelli che hanno i beagles sottratti alla vivisezione. Sono cani che sono stati allevati male, maltrattati. Eppure con pazienza, con professionalità, con il tempo e grazie al meraviglioso lavoro dei nostri operatori, veterinari, volontari possono essere recuperati e affidati ad un nuovo proprietario. I cani del canile di Monza lo dimostrano: a fronte di 600 cani entrati nel canile, oggi ne abbiamo solamente 35 perché quasi tutti hanno trovato una nuova famiglia e una nuova vita.

 

La musica, in qualche modo, vi è venuta in contro con un grande concerto che si è svolto il 13 giugno al Teatro Manzoni di Monza dove hanno partecipato diversi artisti fra cui Morgan, Fernando Saunders, Lombroso, Andy, Lele Battista, Fabio Cinti , Jmmy Gianmario. L'editoria è corsa in vostro aiuto con un libro dove è protagonista Dylan Dog, con una bellissima favola sugli animali. Ma cosa può fare il singolo cittadino per darvi una mano?

Può far tante cose. Per realizzare il canile ed accogliere i cani che arrivano dalla sperimentazione occorrono dei soldi. Le persone per aiutarci possono per esempio acquistare il bellissimo libro dove Dylan Dog ha guidato un esercito di gnomi, di personaggi curiosi per liberare i cani da un destino terribile. Il libro si intitola "Incubo a Montiscuri" (Trantran Editore) ed è un po' la metafora che richiama la drammatica vicenda di Montichiari che ha visto protagonisti i beagles destinati alla sperimentazione. E' possibile acquistare il libro sul sito dell'ENPA Nazionale www.enpa.it oppure sul sito dell'ENPA di Monza www.enpamonza.it . Il ricavato della vendita  aiuterà a finanziare questo progetto. Ma i modi per aiutarci sono tantissimi e devo dire che dopo 30 anni di Enpa, qui a Monza, la generosità delle persone è stata grande: se si lavora bene, con impegno e professionalità, se si dimostra che ciò che si raccoglie va veramente a beneficio degli animali, si trovano tante persone che hanno fiducia e che sono pronte a dare una mano.

 

www.enpamonza.it

www.enpa.it  

 

 

 

(Giugno 2013)