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AUTORI - Lutto nel mondo della musica: ci lascia Antonello De Sanctis, il papà di "Anima mia"
di Elisabetta Di Dio Russo

Ho saputo della morte di Antonello De Sanctis attraverso un post di FaceBook.

Non una riga da parte dei media per il papà di "Anima mia" (brano che ha portato al successo i Cugini di Campagna nel 1973, gruppo musicale molto in voga negli anni Settanta), nemmeno da parte di chi si occupa di musica.

Se ne va così, in silenzio, uno dei più brillanti autori di canzoni e, ultimamente , anche un ottimo scrittore che ha fatto breccia nel cuore di molte persone con la sua penna schietta, acuta, tal volta ruvida, ma sempre autentica.

Molte delle sue canzoni (davvero tante!) hanno fatto sognare diverse generazioni da "Padre Davvero" interpretata da Mia Martini (1971), "Roma parlaje tu" interpretata da i Vianella (1972) fino a "Laura non c'è" presentata a Sanremo da Nek nel 1997 che ha riscosso un notevole successo.

Dietro la popolarità di molti artisti c'erano anche le parole di Antonello che sapeva arrivare al cuore della gente con semplicità.

Ci sono persone che passano nella nostra vita come meteore ma non per questo sono meno importanti. Ho conosciuto Antonello qualche anno fa in occasione dell'uscita di un suo  libro, e da allora siamo rimasti in contatto: qualche intervista, qualche telefonata, diverse e-mail e infine la sua splendida partecipazione alla realizzazione del libro "Dottore, vorrei un rene nuovo...", a favore della ricerca sulle patologie renali (con i racconti di diversi esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura) che ho curato in collaborazione con l'Ospedale Bassini di Milano.

Di Antonello ricordo le canzoni, i suoi libri (l'irriverente "Non ho mai scritto per Celentano", la passione e la delicatezza di "Oltre l'orizzonte"), i messaggi affettuosi  ma, soprattutto, la grande forza d'animo che aveva nell'affrontare la sua malattia.

Davvero imperdonabile la disattenzione dei media nei confronti di un valido autore che ha contribuito  a fare un pezzetto della storia della musica italiana.

Del resto Antonello non amava i riflettori. Antonello amava le persone ed  era estremamente attento e generoso.

E forse, l'ondata dei messaggi di affetto e cordoglio che hanno sommerso i social network dopo la sua scomparsa, valgono più di asettici articoli di giornale.

 

 

(Novembre 2015)