TEATRO - Gabriele Lavia debutta al Teatro Carignano di Torino con "Vita di Galileo" di Bertolt Brecht
Il 6 ottobre al Teatro Carignano di Torino debutta in Prima Nazionale "Vita di Galileo" di Bertolt Brecht, con la regia e l’interpretazione di Gabriele Lavia che, con questa messa in scena, affronta per la prima volta Brecht.
Lo spettacolo vedrà Gabriele Lavia affiancato in scena da: Massimiliano Aceti, Alessandro Baldinotti, Daniele Biagini, Silvia Biancalana, Pietro Biondi, Francesca Ciocchetti, Gianni De Lellis, Michele Demaria, Chiara De Palo, Luca Di Prospero, Alice Ferranti, Giulia Gallone, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida, Lucia Lavia, Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Luca Mascolo, Woody Neri, Mario Pietramala, Matteo Prosperi, Matteo Ramundo, Malvina Ruggiano, Carlo Sciaccaluga, Anna Scola.
Le musiche originali sono di Hanns Eisler, eseguite dal vivo dai musicisti della Scuola di Musica di Fiesole: Elena Pruneti flauto, Graziano Lo Presti clarinetto, Giuseppe Stoppiello pianoforte. Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti.
Grandioso affresco con ventisei interpreti e tre musicisti dal vivo, Vita di Galileo ripercorre ventotto anni della vita dello scienziato pisano, dall’euforia delle grandi scoperte alla vecchiaia, segnata dalla cecità e dal disincanto. A partire dal 1938, Brecht rielabora per oltre vent’anni il testo, con ritocchi e rimaneggiamenti, mettendo a fuoco il rapporto controverso tra cultura scientifica e cultura del potere. La prima versione vede la luce durante l’esilio dello "scrittore di teatro" in Danimarca, già modellata come una riflessione su argomenti di stringente attualità: Galileo, il fondatore della nuova fisica, è un eroe che abilmente sceglie di sconfessare le proprie scoperte per continuare la ricerca scientifica. Durante l'esilio in California, la scissione dell’atomo d’uranio prima e le bombe atomiche poi su Hiroshima e Nagasaki portano l’autore a modificare il testo: Galileo diventa un antieroe, perché abiurando ha commesso un crimine contro la società e la scienza, ne ha ostacolato l'indipendenza dal potere costituito. Ma il Galileo brechtiano rimane comunque una figura umanamente ricca, moderna perché - pur asserendo la verità contro l'ignoranza, la superstizione e il conformismo - resta in bilico perenne tra fronti contrastanti, tra verità e dissimulazione, un contrasto interiore che ricorda quello che lega l'attore al personaggio. L'uomo di scienza, che con le sue rivoluzionarie intuizioni mette a repentaglio gli equilibri teologici e sociali del suo tempo, è la metafora dello studioso moderno, dell’intellettuale perseguitato dall’inesorabile binomio scienza-fanatismo.
Vita di Galileo arriva nel 1963 al Piccolo di Milano, con la regia di Giorgio Strehler, con Tino Buazzelli nel ruolo di Galileo. Uno spettacolo che cambia la vita di Gabriele Lavia: "Ho preso dentro di me la grande decisione di fare teatro - ricorda Gabriele Lavia - quindi di dare un indirizzo alla mia vita, dal quale poi non mi sarei più tolto o potuto togliere, dopo aver visto 'Vita di Galileo' di Strehler. Alla prima a Milano non ero ancora entrato alla ‘Silvio d’Amico’, presi allora la decisione di candidarmi. L’ultima volta che l’ho visto, anni dopo a Roma, stavo già studiando da attore. Le questioni affettive, personali, sono state molto forti per la scelta del testo: con questo spettacolo saldo il conto con la mia vita di teatrante. Per questo lo dedico a Giorgio Strehler".
Vita di Galileo, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana e dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, sarà replicato al Teatro Carignano fino al 25 ottobre e poi dal 28 ottobre al 12 novembre 2015, al Teatro della Pergola di Firenze. (foto di Filippo Milani)
Info
tel. 011 5169555
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(Settembre 2015)