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MOSTRE - Il CIAC di Foligno dedica una mostra a Giuseppe Terragni

 

Il 6 ottobre nell’ambito della programmazione espositiva del CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno è stata inaugurata la mostra dedicata all’opera di Giuseppe Terragni, a cura di Attilio Terragni – Centro Terragni - e di Italo Tomassoni - CIAC.

Di tutto il secolo scorso, un’epoca particolarmente feconda per l’architettura italiana, la figura di Giuseppe Terragni (1904-1943) spicca in maniera singolare  tra i numerosi architetti di grande operosità e d’influenza internazionale: è suo infatti il merito di aver concepito il nuovo con lucida volontà, promosso un’intera generazione all’avanguardia in Europa, ripensato i termini dell’edificare. In meno di quarant’anni Terragni abbozza l’intero percorso dell’architettura moderna, portando l’Italia nella modernità e lanciando il pensare all’italiana in tutto il mondo.

Terragni reagisce con lucida prontezza a diversi movimenti innovatori del primo dopoguerra (Francia, Austria, Germania, Olanda, Stati Uniti), quando questa cultura sopranazionale esordisce in riviste come Il Novecento, pubblicata dall’amico Massimo Bontempelli. Riesce a far confluire nella sua architettura tendenze contrastanti, pur integrandole in veri manifesti del costruire. Passando attraverso gli anni Venti e Trenta del Novecento alla velocità di una cometa, lascia sul suo percorso diversi edifici e progetti — la Casa del fascio di Como, l’Asilo Sant’Elia, la casa per appartamenti Giuliani-Frigerio, le abitazioni di Milano e il Danteum di Roma — che si sono iscritti negli annali del secolo.

Uomo di grande sensibilità e forte impegno morale che, persino durante la tremenda campagna di Russia, trova il tempo per ritrarre in disegni e acquerelli uomini e fiori, professionista appassionato che inventa fino ai minimi particolari anche gli arredi degli edifici realizzati, pensatore dell’architettura che si preoccupa di pubblicizzare le ragioni del suo modo di progettare come se si aspettasse di vivere l’intero secolo, Giuseppe Terragni ha rinnovato le pietre miliari dell’architettura, assicurando al secondo dopoguerra un patrimonio d’idee che ha permesso di proseguire le conquiste della modernità.

L’attualità di Giuseppe Terragni sta nell’aver capito che l’architettura non è un atto individuale, bensì uno strumento potentissimo di analisi e di trasformazione sociale e politica.

 

All’ingresso il visitatore si ritrova in mezzo alla “selva oscura”, l’Italia degli anni Venti, vista attraverso gli occhi di Giuseppe Terragni, con la riproduzione del progetto della Sala O alla mostra della rivoluzione fascista a Roma, testi e immagini storiche di come si presentava l’Italia in quegli anni del dopoguerra. Nella parete è esposto l’autoritratto del 1929, nel quale Terragni esprime il suo sgomento, e quello della sua generazione, di fronte allo smarrimento prodotto dalla guerra e viene proiettato un filmato sull’epoca.

Nella seconda zona (Purgatorio) sono proiettate a grande formato le immagini delle opere costruite, sia quelle originali dell’archivio dell’architetto, sia quelle a colori realizzate nel 2004 da Paolo Rosselli.

Al centro della stanza è posto un luogo di osservazione completamente trasparente (Paradiso), formato da lastre di vetro alte più di due metri, con luce zenitale dal velario esistente, mascherata al di sopra della struttura in vetro con un telo di colore scuro, riportante in bianco citazioni dai testi di Giuseppe Terragni sui temi della mostra.

Nello spazio della sala saranno esposti i modelli, su basamenti posti a quote differenti e con uno specchio della dimensione del modello stesso,  posizionato in diversi modi.

La seconda sala è introdotta da due pareti sule quali sono riportate le strisce cronologiche dell’opera completa di Giuseppe Terragni. Ogni progetto è collocato cronologicamente negli anni Venti e Trenta, e rappresentato con piante, prospetti e sezioni. Questo, insieme alla presenza e consultazione dei principali testi sull’architetto, permette al visitatore di orientarsi nell’opera e nel pensiero dell’architettura razionale. Qui è inoltre esposta una selezione di testi dell’epoca quali gli originali di Quadrante e Valori primordiali, sono presenti i ritratti fotografici degli autori di questi testi con la loro biografia essenziale, vi si trova la riproduzione a grande formato del manifesto di Valori primordiali e di passi significativi di scritti di Terragni, Ciliberti e Banfi.

Nella sala laterale viene poi documentato il progetto del Danteum, progetto per un centro studi a Roma dedicato alla figura di Dante, realizzato in collaborazione con un maestro dell’architettura contemporanea come Daniel Libeskind.

Qui si trovano riproduzioni dei disegni originali, schizzi di Terragni e materiale di studio realizzato in tutto il mondo su questo importante progetto. In particolare una sezione è dedicata al rapporto con Dante e una alla colonna, con l’esposizione del dipinto di Sant’abbondio di Terragni e con le sue riflessioni scritte e progettuali sul tema della colonna. Il Danteum racchiude il tesoro della colonna nella storia dell’umanità, è il tempio ad essa dedicato, a questa struttura che ha attraversato tutte le epoche e si è trasformata da forma esteriore in forma interiore luminosa del grande spettacolo di luce dei cieli. La colonna è il centro dei principi costruttivi, la sua essenzialità materica tra forma e contenuto, tra forza e resistenza, tra interno ed esterno, trova il suo apogeo nella sala del paradiso dantesco, dove la geometria delle stelle fisse è trasfigurata nella geometria delle colonne vitree.

Nella altra sala laterale sono infine esposti alcuni progetti non realizzati ma di grande importanza per la comprensione dell’architettura come linguaggio. Vi si trovano alcuni dipinti di Terragni che danno l’immagine di come sarebbe stata, nell’immaginazione dell’architetto, la gente comune in una società guidata dalla ragione e dall’architettura moderna.

Terragni intendeva l’architettura non come un’arte silenziosa, ma come una forma di comunicazione: durante l'apertura della mostra si terranno quindi giornate di studio e workshop, organizzati in collaborazione con la Facoltà di Architettura e ingegneria di Perugia.

In occasione della mostra è in preparazione un catalogo di 144 pagine, comprendente i saggi critici dei curatori, testi originali di Giuseppe Terragni, numerose immagini delle opere e apparati biobibliografici aggiornati.

La mostra resterà aperta sino al 9 dicembre.

 

 

Info

CIAC

via del Campanile, 13 – Foligno

tel. 0742 357035 – 0742 621022

www.centroitalianoartecontemporanea.com   

 

Apertura e orari mostra: Venerdì, Sabato e Domenica 10.00-13.00 – 15.30-19.00

 

Ingresso gratuito

 

 

 

(Ottobre 2012)