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TEATRO - Si presenta molto variegata ed interessante la nuova stagione teatrale del Teatro Manzoni di Milano

 

 

Il 10 settembre presso il Teatro MAnzoni di Milano si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione della stagione teatrale 2012-2013.

Erano presenti Danilo Pellegrino Presidente Teatro Manzoni , Raffaele Zenoni Direttore Generale Teatro Manzoni, Stefano Boeri Assessore alla Cultura, Moda, Design Comune di
Milano e molti dei protagonisti della nuova stagione teatrale.

“Il Comune di Milano sta cercando di incrementare ed aiutare il Teatro – ha affermato l’assessore Stefano Boeri durante la conferenza stampa d’apertura della stagione del Teatro Manzoni – Bisogna incrementare la cultura, specialmente in questo periodo di crisi perchè crea ottimismo e porta lavoro. Siamo molto attenti ai teatri che hanno fatto la storia di Milano come il Teatro Manzoni.”

Tra i numerosi spettacoli fuori abbonamento: “La vera storia di Zorba il Greco” con Raffaele Paganini, uno spettacolo dedicato a Gabriele D’Annunzio liberamente tratto da un libro del giornalista Giordano Bruno Guerri e le nuove fantasie swing con protagonisti le Sorelle Marinetti e l’Orchestra Maniscalchi Gianluca De Martini. (La foto della locandina di Colazione da Tiffany è di Riccardo Ghilardi; la foto di Enzo Iacchetti e Marco Columbro è di Marco Rossi; la foto di Raffaele Paganini è di Antonio Agostini)

 

 

Stagione Teatrale 2012/2013

Anche per questa stagione il Teatro Manzoni ha voluto scegliere quanto di meglio e di più interessante circola sulle ribalte italiane. Una stagione ricca di proposte, solida e ben costruita, per non tradire i gusti e i desideri del  pubblico e degli affezionati abbonati. Un cartellone che vuole premiare allo stesso tempo l’intelligenza e il divertimento e che punta, con la gradita eccezione degli Oblivion,  su due filoni che certificano la qualità delle scelte. Il primo è il filone dei classici: e in locandina si trovano i nomi regali di Goldoni e di Pirandello, ma anche quelli di Marivaux e di Coward. L’altro è quello di pièces che rimandano a film celebri, diventati dei cult. Quanto agli interpreti troviamo un parterre di affermati e acclamati professionisti, ma non mancano i volti di giovani attori che già conosciuti al cinema vogliono cimentarsi nel teatro. E interessante è anche la schiera dei registi: nuove personalità accanto ad altre di lunga carriera.

Per cominciare uno spettacolo che non mancherà di emozionare e coinvolgere, al cui centro è un tema scottante  e sempre  attuale. La commedia è “Kramer contro Kramer” di Avery Corman. Titolo che non ci è sconosciuto grazie al film di Robert Benton che fece scalpore per il soggetto trattato e che vinse ben cinque Oscar: film, regia, sceneggiatura, protagonisti con i due straordinari Meryl Streep e Dustin Hoffman. Al centro un bambino abbandonato da una madre che vuole rifarsi una vita salvo poi ricredersi. La questione dell’affidamento del bambino sarà alla base di terribili scontri coniugali. Una vicenda dolorosa e piena di suspense che ci porta a riflettere. Ad adattare il testo è Daniele Pecci che è anche il bravo protagonista maschile al fianco di Federica Di Martino che rivela ottime qualità drammatiche. A guidarli con mano esperta Patrick Rossi Gastaldi.

Sarà poi la volta di “Così è… (se vi pare)” di Luigi Pirandello, uno dei suoi capolavori considerato anche il manifesto della rivoluzione teatrale da lui attuata. Una commedia che nella sua apparenza di gioco virtuoso è anche la sua più inquietante e amara e il cui titolo ebbe a diventare espressione corrente nel linguaggio comune. Ad affiorare in essa il tema della verità, verità che tutti cercano nell’ambiente pettegolo di una cittadina di provincia, ma che sarà  continuamente affermata e contraddetta. Storico il primo allestimento firmato dallo stesso autore a Milano (1917) e quello della Compagnia Valli-De Lullo-Morelli-Stoppa (1972). Inoltre il personaggio della Signora Frola è stato appannaggio  delle nostre più acclamate attrici: Lilla Brignone, Paola Borboni, Lea Padovani, Ileana Ghione, Alida Valli, Sarah Ferrati, Valeria Moriconi. Ora è la volta di Giuliana Lojodice, attrice anche lei di grande temperamento drammatico, affiancata dagli ottimi Pino Micol e Luciano Virgilio. Garante dello spettacolo Michele Placido in veste di regista.

Ed ecco una parentesi  comica con “Il vizietto - La cage aux folles” che qui appare nella versione in musical di Jerry Herman e Harvey Fierstein, tratta dalla commedia di Jean Poiret. Fu un successo internazionale il film di Edouard Molinaro, merito soprattutto dei due protagonisti, Ugo Tognazzi e Michel Serrault. Un film e una commedia che trattavano in modo rassicurante un argomento tabù. L’omosessualità oggetto di riso più che di curiosità morbose. La vicenda è infatti ambientata in un locale per travestiti popolato da bizzarri personaggi. “Il vizietto” ebbe fortunate versioni  anche in casa nostra  con la coppia

Villaggio-Dorelli guidata da Giuseppe Patroni Griffi e con la versione musicale della Compagnia della Rancia. Ora a rilanciare è Massimo Romeo Piparo e sulla scena, con una invidiabile vis comica, troviamo altri due beniamini del pubblico: Enzo Iacchetti e  Marco Columbro in una esilarante partita giocata alla pari.  

Passate le feste natalizie arriva “La Locandiera”. Ha attraversato tre secoli il capolavoro goldoniano e Mirandolina è sempre lì, più viva che mai, a tessere i suoi raggiri. E’ donna pratica, svelta, schietta e non si diverte a giocare con i suoi clienti: li saggia, li mette alla prova, li tiene a bada e dove può ne trae profitto. Quante attrici hanno sfidato questo personaggio! Anche la Duse ne vestì i panni.   E dal dopoguerra a oggi, celebre soprattutto la versione di Visconti con Rina Morelli. Inoltre a vestire questo ruolo Valeria Moriconi (1965, regia di Enriquez), Anna Maria Guarnieri (1972, regia di Missiroli), Carla Gravina (1979, regia di Cobelli), Adriana Asti (1986, regia di Patroni Griffi), senza dimenticare i bei nomi di Delia Scala, Galatea Ranzi e Elena  Bucci. Celebre anche il film con Celentano, la Mori e Villaggio (1980). Adesso è il turno della simpatica Nancy Brilli con quella sua personalissima verve messa in luce dalla regia di Giuseppe Marini.

Siamo ancora nel secolo dei lumi con “Il gioco dell’amore e del caso” del grande Marivaux nei cui lavori è sempre l’amore a trionfare. Trattati con la leggerezza del gioco, travestimenti, equivoci ed intrighi sono la materia per affermare questo sentimento. La vicenda è quella del travestimento di Silvia e Dorante coinvolti nello scambio di identità con i rispettivi servitori. Da sempre nel repertorio  della Comédie Francaise (da citare le versioni firmate da Maurice Escande nel 1965 e Jean Pierre Roussillon nel 1976), di rado è apparsa sulle nostre ribalte. Di raro splendore figurativo la  versione di Massimo Castri (1993), nel cast Sonia Bergamasco. Nel doppio ruolo di protagonista e regista anche Manuela Kustermann (2000). Ora è Piero Maccarinelli che la rilancia nella traduzione e nell’adattamento di Giuseppe Manfridi e in un’ambientazione scarna ed essenziale che rifiuta i vezzi settecenteschi. Con un cast di attori pieni di energia giovanile: Paolo Briguglia, Antonia Liskova, Francesco Montanari, Fabrizia Sacchi.

Siamo lontani dalle malizie settecentesche con “Colazione da Tiffany”, un titolo che fa riemergere dalla memoria  una Audrey Hepburn al meglio della sua carriera, al cui fianco era George Peppard. Era il 1961 quando uscì  la pellicola di Blake Edwards che poi diventò un cult. Sulla scena Holly, attrice mancata, generosa di sé, consolatrice di gangster, eterna bambina, trova ora il volto della fresca e brava Francesca Inaudi, accanto alla quale si impone un altrettanto bravo Lorenzo Lavia nei panni di un giovane scrittore in crisi di ispirazione. Basandosi sulla pièce che Samuel Adamson trasse dal romanzo dell’estroso Truman Capote, Piero Maccarinelli, differenziandosi dal film, crea uno spettacolo sofisticato dentro cui corre un forte filo di nostalgia; ambienta la vicenda dal sapore un po’ più amaro nella New York del ’43, restituendoci sapientemente l’atmosfera di un’epoca.

Dopo Truman Capote con gli Oblivion arriva una ventata d’allegria. Ormai li conosciamo tutti  i cinque poliedrici ragazzi dalle sorprendenti capacità vocali e interpretative, di cui è giusto ricordare i nomi: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. Resi celebri dalla rete,  da quasi un lustro attraversano la penisola con il loro originalissimo modo di fare teatro. Da tempo ospiti fissi di Zelig, sono ormai considerati emuli del famoso Quartetto Cetra, capaci di praticare una satira (non solo di costume) così garbata da essere ancor più corrosiva. Come dimostra appunto “Oblivion Show 2.0: il Sussidiario”: un irresistibile compendio di musica e di comicità che risulta nello stesso tempo essere parodia e intelligente cabaret. Lo spettacolo,  al quale la regia di Gioele Dix aggiunge vitalità, è una vera e propria evoluzione del loro singolare

stile. Uno stile che riesce senza sforzo a mescolare Lady Gaga con Bach e Tiziano Ferro con Shakespeare. 

E’ in scena lo humour inglese, la nevrosi di una società fra le due guerre e il gusto del paradosso con “Vite Private" di Noël Coward, maestro di quel teatro salottiero dove personaggi all’apparenza così per bene, non riescono a nascondere la loro natura perfida e spregiudicata. Tutto comincia al Grand Hotel. Picche e ripicche tra due ex coniugi che sul punto di iniziare un secondo rapporto scoprono di amarsi ancora. Al suo debutto nel 1930 la commedia vide in scena lo stesso Coward e la sua musa ispiratrice Gertrude Lawrence, affiancati eccezionalmente da Laurence Olivier. Da noi arrivò due anni dopo a Milano al vecchio Manzoni con il titolo “Dolce intimità” e con dei fuori classe: Renzo Ricci, Evi Maltagliati e Margherita Bagni. Ripresa da Ileana Ghione e Paolo Ferrari, e poi da Marina Malfatti, Geppy Gleijeses, Duilio Del Prete, piacque anche con la coppia  Pambieri-Tanzi. Ora a calarsi  nei ruoli di Amanda ed Elyot,  guidati con mano attenta da Giovanni De Feudis, sono due habitués del cosiddetto teatro leggero, Corrado Tedeschi e Benedicta Boccoli, affiancati per l’occasione da Emy Bergamo e Andrea Garinei.

Sarà “Vite Private” la conclusione giusta di una stagione per chi ama il teatro nelle sue forme più diverse e appassionanti.

 

www.teatromanzoni.it

 

 

 

(Settembre 2012)