TEATRO - Gabriele Lavia in scena al Teatro Carignano di Torino, protagonista in un dramma di Henrik Ibsen
Il 18 febbraio ha debuttato al Teatro Carignano di Torino "I pilastri della società" di Henrik Ibsen,con la traduzione di Franco Perrelli e la regia di Gabriele Lavia.
Lo spettacolo è interpretato da Gabriele Lavia nel ruolo del Console Bernick, affiancato in scena da Giorgia Salari (la signora Betty Bernick), Ludovica Apollonj Ghetti (Olaf), Viola Graziosi (la signorina Marta Bernick), Graziano Piazza (Johan Tønnesen), Federica Di Martino (la signorina Lona Hessel), Mario Pietramala (Hilmar Tønnesen), Andrea Macaluso (il professor Rørlund), Mauro Mandolini (il grossista Rummel), Alessandro Baldinotti (il mercante Vigeland), Massimiliano Aceti (il mercante Sandstad), Camilla Semino Favro (Dina Dorf), Michele Demaria (il segretario Krap), Carlo Sciaccaluga (il capocantiere Aune), Clelia Piscitello (la signora Rummel), Giovanna Guida (la signora Holt), Giulia Gallone (la signora Lynge), Rosy Bonfiglio (la signorina Rummel).
"Gli spiriti della verità e della libertà sono i fantasmi della società", così si esprimeva Ibsen nelle opere della maturità. Gabriele Lavia è tra gli artisti che meglio personificano il pensiero del grande drammaturgo norvegese. Dopo Nemico del popolo, Lavia porta in scena nella doppia veste di interprete e regista I pilastri della società (1877), un dramma sociale con cui Ibsen avvia una convinta battaglia contro la falsità e la mancanza di morale, tematiche ancora oggi profondamente attuali. In esso emerge una delle figure centrali della drammaturgia dell’autore: il capitano d’industria abile e spregiudicato, pronto a sacrificare la sfera privata a favore degli affari ("Se non ho sempre aspirato all’utile pecuniario, mi rendo tuttavia conto, ora, che un vivo desiderio di potenza, d’influsso di considerazione è stato la forza motrice di quasi tutte le mie azioni"). Considerato “colonna morale della società”, il console Bernick nasconde un terribile segreto, un comportamento spregevole del passato con il quale dovrà fare i conti. Su questo dramma estremamente moderno nella complessa e ambigua ricchezza dei personaggi Lavia scrive: "Cosa sono o chi sono questi pilastri? Qual è il fondamento su cui poggia un consorzio umano? Su cosa fonda una società di uomini? Ibsen risponde con molta chiarezza, alla fine dell’opera. I fondamenti sono due: la libertà e la verità. Libertà e verità congiunte nello stesso concetto. Nessuna verità senza libertà. Nessuna libertà senza verità. La società fondata sull’ipocrisia, sulla falsità, cioè su fondamenta sbagliate, è una società 'schiava' e non “libera” dall’imbroglio, dalla corruzione. C’è però un terzo pilastro della società: le donne. La sommessa speranza. Forse 'le donne' sono il cambiamento mite che può aiutare il mondo a “rimettersi in sesto”?".
Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti, le musiche di Giordano Corapi, le luci di Giovanni Santolamazza.
I pilastri della società - prodotto dal Teatro di Roma, dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dalla Fondazione Teatro della Pergola - sarà replicato al Carignano, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino, fino al 2 marzo. (foto di Tommaso Le Pera)
Tournée dello spettacolo
dal 4 al 9 marzo
Genova - Teatro della Corte
dal 12 al 16 marzo
Modena - Teatro Storchi
dal 18 al 23 marzo
Padova - Teatro Verdi
dal 25 marzo al 6 aprile
Milano - Teatro Strehler
Info biglietteria
tel. 011 5169555
www.teatrostabiletorino.it
(Febbraio 2014)